Renzi apre il tavolo degli alleati, ma la minoranza non si fida

Bersani e Matteo Renzi

 

 

BOLOGNA. – Una serie di incontri, per stringere sulle alleanze. E’ l’iniziativa che Matteo Renzi assume, in vista della direzione di lunedì in cui traccerà la ‘road map’ politica del Pd da qui alle elezioni. Dopo aver rinsaldato l’asse con Dario Franceschini, il segretario Dem giovedì ha rassicurato Andrea Orlando sulle sue intenzioni di costruire una coalizione larga di centrosinistra.

“Questa volta non ci sono problemi nel Pd, siamo tutti d’accordo sulla linea dell’apertura”, assicura. Ma la minoranza non si fida, dubita che il segretario sia disposto a fare un passo “concreto” per il disgelo con Mdp. E non interrompe il pressing, con un documento che chiede modifiche alla manovra e al Jobs act care anche a Mdp e la bozza di un ordine del giorno da presentare in direzione.

Irritano non poco, intanto, le parole di Pietro Grasso sul Pd che “non c’è più”, snaturato rispetto al progetto portato avanti da Bersani. “Lo rispettiamo e gli chiediamo rispetto”, dice Maurizio Martina. “E’ insostenibile che entri a gamba tesa vista la sua carica”, afferma Ettore Rosato.

Ma chi è vicino a Grasso spiega che le sue parole erano inserite in un ragionamento più ampio e Renzi ostenta calma ‘zen’: “Mi occupo di cose concrete – dice dal treno Dem che attraversa la Romagna – anzi, ringrazio Grasso perché ha dichiarato ammissibile l’emendamento per rendere facoltativo accompagnare i bambini a scuola. Non creo nuova tensione”.

E un dirigente Dem vicino al segretario assicura che il dialogo viene tenuto aperto con tutti: non è esclusa neanche l’iniziativa per un incontro tra Renzi e Grasso. Sono intensi intanto i contatti con Giuliano Pisapia e gli esponenti di Campo progressista, in vista dell’assemblea di domenica in cui l’ex sindaco darà la linea. Al momento Cp sembra distante da un’alleanza con i Dem, ma il tentativo è evitare che chiuda le porte.

I renziani disperano di poter chiudere un accordo con la sinistra di Mdp. Ma intensificano i contatti con tutti: Riccardo Magi, segretario di Radicali italiani, racconta di essere stato chiamato da Renzi per un incontro. L’intesa però non è affatto chiusa: “Non siamo in svendita”, dice Magi. “Voglio dire una cosa molto semplice a tutto il variegato campo del centrosinistra: fermiamoci!”, è l’appello di Dario Franceschini: “Non siamo noi gli avversari”, dice a Bersani e D’Alema.

E Andrea Orlando dichiara: “Dalla direzione di lunedì escano una serie di tappe per la trattativa con la sinistra”. Il ministro ha ricevuto giovedì una telefonata da Renzi che lo ha rassicurato sulla sua intenzione di voler costruire un’alleanza larga, senza porre veti sulla leadership, perché – ha detto a Napoli – non conta chi va a Palazzo Chigi ma che ci vada il Pd.

Ma la minoranza, dalle cui fila trapelano anche timori sulla costruzione delle liste, non si fida dell’apertura del segretario: “Temiamo che finga di trattare e poi ci lasci in mano il cerino, facendoci scegliere tra una coalizione striminzita e la scissione”, dice un dirigente della sinistra.

E così è già pronta una bozza di ordine del giorno unitario da presentare in direzione per pressare il segretario. E intanto la minoranza presenta un documento sulla manovra, per costruire “un campo” di lavoro comune con Mdp: tra le proposte il superamento dei superticket, ma anche una modifica al Jobs act, in vista del voto alla Camera delle mozioni contro la riforma di Renzi.

(dell’inviata Serenella Mattera/ANSA)

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