Italia pronta a costituirsi in giudizio contro Battisti

Cesare Battisti in manette arrestato al confine boliviano per traffico di valuta l'anno scorso.
Cesare Battisti in manette arrestato al confine boliviano per traffico di valuta l'anno scorso. ANSA/FERNANDO BIZERRA JR
Cesare Battisti
ANSA/FERNANDO BIZERRA JR

 

 

ROMA. – Il governo italiano è sempre più deciso ad ottenere l’estradizione di Cesare Battisti in Italia. Anche costituendosi in giudizio nel procedimento in Brasile a carico dell’ex terrorista. E’ il ministro degli Esteri Angelino Alfano ad annunciare la prossima mossa dell’esecutivo dopo un colloquio di un’ora mezza alla Farnesina con il collega brasiliano Aloysio Nuñes.

Solo un'”ipotesi” per il momento ma sulla quale sono già “al lavoro i tecnici” del governo italiano. Si tratta, a quanto si apprende, di capire in che forma e attraverso quali “procedure” l’Italia potrà svolgere un ruolo nel procedimento a carico dell’ex membro dei Pac. Ma è certa la determinazione di Roma nel voler “dire la sua” sul caso dell’ex terrorista, nel pieno rispetto della magistratura brasiliana.

Il processo a Battisti si trova in una fase di stallo dopo che lo scorso 24 ottobre la Corte Suprema che avrebbe dovuto pronunciarsi sulla richiesta di ‘habeas corpus’, presentata dai legali dell’ex terrorista per scongiurare l’estradizione in Italia, ha rinviato la decisione per un difetto di procedura all’ultimo minuto.

E non ha ancora stabilito la data per una nuova udienza. Non solo, il giudice relatore del caso, Luiz Fux, ha trasformato la richiesta della difesa in ‘reclamacao’, in un ricorso cioè che potrebbe riaprire la vicenda processuale. Per questo l’Italia ha deciso di premere sull’acceleratore e tentare di dare una svolta ad una vicenda che rischia di restare incastrata nelle maglie della giustizia brasiliana.

“Battisti è un criminale e l’opinione pubblica italiana si aspetta una risposta”, ha sottolineato Alfano ribadendo che per il governo “la questione è molto sentita per gli atroci crimini commessi” ma anche “per un’assenza di pentimento da parte di Battisti”.

L’ipotesi di un rappresentante italiano al processo in Brasile è peraltro supportata dal governo di Michel Temer che il titolare della Farnesina ha ringraziato per “il ruolo positivo” svolto nella vicenda. Il ministro degli Esteri brasiliano ha anche suggerito una strada possibile per l’Italia indicando nella figura dell’ ‘amicus curiae’ la soluzione più efficace.

Nel frattempo, c’è anche la possibilità che sia proprio il presidente brasiliano a mettere la parola fine al caso Battisti decidendo di rivedere il ‘no’ all’estradizione di Luiz Iñacio Lula e così riconsegnando all’Italia l’ex terrorista.

(di Benedetta Guerrera/ANSA)

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