Di Maio a Washington, inizia il tour da candidato premier

 

WASHINGTON. – Il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio ha scelto Washington, la tappa più tradizionale per ogni astro nascente della politica italiana, per esordire e accreditarsi sul palcoscenico internazionale come candidato premier dei M5S.

La visita appare tuttavia più istituzionale che politica, con incontri bipartisan e nessun faccia a faccia con esponenti della Casa Bianca e dell’amministrazione Trump: un modo forse per prendere le giuste distanze da un presidente inizialmente salutato con troppo entusiasmo ed evitare che il movimento continui ad essere identificato anche dai media Usa come una forza populista anti establishment.

“Vado a Washington a raccontare il M5s, il mio progetto di governo e le prospettive. Gli Usa sono il principale alleato italiano, i rapporti commerciali sono strettissimi e sono numerose le eccellenze italiane che negli Stati Uniti contribuiscono allo sviluppo della ricerca internazionale e dell’economia mondiale”, spiega sul blog di Grillo, precisando di avere due obiettivi: “ci descrivono come anti -politica, ma noi siamo un’altra politica; dire grazie alle nostre eccellenze, per la nobile immagine dell’Italia che danno nel mondo”.

Di Maio, l’uomo che porta il M5S nelle stanze dei bottoni italiane e straniere, rappresenta l’atlantista del movimento, più a suo agio a Washington che a Mosca, ma dovrà spiegare – sullo sfondo del Russiagate – la riforma della Nato prevista dal programma pentastellato e i buoni rapporti dei cinquestelle con Mosca, compreso l’impegno contro le sanzioni.

“Il vero obiettivo del M5s non è essere filorusso o filoamericano, ma essere filoitaliano”, ha già anticipato. Preceduto da una nuova gaffe linguistica nell’intervista con Fabio Fazio (“quando incontro i miei alter ego di altri Paesi”), il deputato sbarca nella capitale Usa per una visita di tre giorni, dopo quella di sei mesi fa a Boston, ad Harvard, dove era stato messo in imbarazzo da ricercatori italiani.

Oggi il programma prevede solo una cena con l’ambasciatore italiano Armando Varricchio nella sua residenza privata. Mentre ancora era sull’aereo approfitta del Wi-fi: “vi aggiorno un po’. Ho conosciuto molte persone che sono venute a salutarmi. Sono l’Italia migliore che ci rappresenta nel mondo” scrive sulla sua pagina Fb.

La giornata clou è martedì, con una fitta agenda di appuntamenti. Il primo è al dipartimento di stato, con un funzionario responsabile per l’Europa. Poi tappa al Congresso, dove Di Maio incontrerà parlamentari dem e repubblicani delle commissioni affari esteri.

La figura di maggior spicco in agenda è il senatore ed ex candidato presidenziale Rand Paul, un conservatore ‘libertario’ esponente dei Tea Party: anti abortista, pro armi, per la libertà dei genitori sulla opportunità di vaccinare i figli, isolazionista e contro le sanzioni alla Russia.

Nella lista degli incontri c’è anche il deputato del Grand Old Party Francis Rooney, ex ambasciatore Usa di George W. Bush presso la Santa Sede dal 2005 al 2008. Spazio anche per i dem, con il liberale Eliot Engel. A suggellare la visita una tavola rotonda in ambasciata con esponenti italiani del settore biomedico e un incontro con rappresentanti italiani del mondo economico-finanziario.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)

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