S&P: scatta il default per il Venezuela, mancato pagamento di 200 milioni

S&P's: “default selettivo” sul debito del Venezuela
S&P's: “default selettivo” sul debito del Venezuela
S&P's: “default selettivo” sul debito del Venezuela
S&P’s: “default selettivo” sul debito del Venezuela

CARACAS. –  Dopo il default sui bond di Corpoelec, sembra sia iniziato il crollo del castello di carte delle obbligazioni venezuelane. L’agenzia di rating di Standard & Poors ha dichiarato il Venezuela in “default selettivo” (DS) perché il paese non è stato in grado di pagare 200 milioni di dollari, gli interessi su alcune obbligazioni con scadenza 2019 e 2024.

Quindi, il mancato pagamento degli interessi ha portato l’agenzia ad abbassare il rating del paese a corto e lungo termine di due livelli a “SD/D” da “CC/C.”

S&P ha inoltre aggiunto che il merito di credito venezuelano in valuta locale resta sotto osservazione con implicazioni negative. Secondo l’agenzia, c’è il 50% della possibilità che il Venezuela possa non onorare i propri debiti nei prossimi tre mesi, ha informato Reuters.

SI specula che S&P potrebbe non essere l’unica a declassare il rating venezuelano. Anche la statale venezuelana del petrolio è già stata bollata vicina al default da Fitch e Moody’s, e si sa che Pdvsa vale una buona fetta del bilancio pubblico.

L’annuncio arriva dopo la riunione di Maduro con i creditori

La notizia arriva qualche ora dopo la riunione a Caracas tra il governo venezuelano e creditori internazionali per tentare di rinegoziare il debito del paese ed evitare il default. La riunione di appena 25 minuti si è chiusa senza accordo.

Maduro aveva annunciato di voler procedere a “un rifinanziamento, una ristrutturazione del debito estero” assicurando che avrebbe effettuato tutti i “pagamenti previsti.”

MaIl governo del presidente Nicolas Maduro non è stato capace di offrire proposte chiare sulla strategia che intende perseguire per rinegoziare il debito.

La colpa è delle sanzioni applicate dagli Usa

Tareck El Aissami, vicepresidente venezuelano.
Tareck El Aissami, vicepresidente venezuelano.

Il vicepresidente venezuelano, Tareck El Aissami, ha dato la colpa per le difficoltà nei pagamenti alle sanzioni Usa. El Aissami crede che le sanzioni siano le responsabili del ritardo nei pagamenti del debito di Caracas. Gli investitori americani sono stati infatti tagliati fuori dal mercato del debito, facendo mancare un importante supporto a Caracas.

Ma, giunti a questo punto, coloro che hanno sottoscritto i 5 miliardi di dollari di obbligazioni con scadenza nel 2019 e 2024 si possono organizzare per chiedere che il Paese renda loro l’investimento. Però sembra improbabile che ciò accada perché si rischierebbe di peggiorare la situazione senza ricevere nulla.

Una situazione disperata

Il collasso finanziario porta il paese a una situazione economica disperata. Le riserve estere sono ai minimi da 15 anni, intorno ai 10 miliardi. E il debito che si deve pagare entro la fine del 2018 arriva a 13 miliardi di dollari.

Seppure il prezzo del petrolio è in leggero rialzo, è alla metà di dove era tre anni fa.  E la dipendenza dalle esportazioni dell’oro nero ha inciso sul disastro economico.

Il paese è indebitato per circa 150 miliardi di dollari, Il Pil è in caduta libera da anni el’inflazione oscilla tra il 700 e il 1100%.

Se i creditori sono preoccupati, il loro problema non è nulla a confronto con quello che dovranno sobbarcarsi i cittadini venezuelani, che si trovano di già allo stremo.