Governo venezuelano: rinegoziato del debito iniziato con totale successo

Caza de brujas
Il governo ha assicurato che la riunione sostenuta con i possessori degli obblighi del debito estero è stata un “vero successo.”
Il governo ha assicurato che la riunione sostenuta con i possessori degli obblighi del debito estero è stata un “vero successo.”

CARACAS. – Il governo assicura che la riunione con i creditori riguardo il rifinanziamento del debito estero è partita col piede giusto. E riguardo l’incontro comunica:

“Il governo della Repubblica Bolivariana del Venezuela vuole informare il mondo che oggi, nel Palazzo di Miraflores, si è iniziato con vero successo il processo per rifinanziare il debito estero del Venezuela, come strategia per compiere pienamente i nostri obblighi.”

E alcuni delegati del governo hanno addirittura definito la riunione “altamente positiva”.

“Definiamo questa riunione, nella quale hanno partecipato possessori del debito venezuelano – persone provenienti da Venezuela, Stati Uniti, Panama, Regno Unito, Portogallo, Colombia, Cile, Argentina, Giappone e Germania – come altamente positiva e di buon auspicio.”

Queste le affermazioni ufficiali ma quella ufficiosa, riportata dalla giornalista Marianna Párraga di Reuters è che “la riunione tra inversori e negoziatori sulla ristrutturazione del debito è finita senza raggiungere alcun accordo.”

La contraddizione tra le affermazioni è palese ma è prassi ormai che il governo e i suoi sostenitori interpretino la realtà in un modo tutto loro e facciano apparire una sconfitta come una battaglia vinta.

Senza accordi

Le agenzie di stampa estere riportano che dalla riunione non è sorta alcuna strategia per rinegoziare o ristrutturare il debito.

L’incontro ha avuto luogo nel Palazzo Bianco con tanto di guardie e tappeto rosso ma dei 400 creditori invitati, sembra sia arrivato soltanto un centinaio.

Secondo Bloomberg, l’incontro è durato soltanto una trentina di minuti. Il fulcro della riunione è stata la lettura di un comunicato del governo venezuelano dove si affermava che il ritardo nei pagamenti era causato dalle sanzioni imposte dagli Usa.

E una delle conseguenze delle misure punitive è la proibizione ai cittadini americani di partecipare nella compera e vendita di obblighi sovrani. Quindi, c’è da credere che molti si siano astenuti dal presentarsi.

Comunque, e nonostante le difficoltà che impediscono le transazioni, il governo ha assicurato ancora una volta che salderà i suoi debiti con l’estero.

La presenza di Tarek El Aissami e Simón Zerpa

Anche se la stampa non ha avuto il permesso per assistere alla riunione, si è venuto a sapere che molti creditori non hanno incontrato il vicepresidente TareK El Aissami e il ministro per l’Economia, Simón Zerpa. Difatti, hanno preferito rimanere in un salone attiguo pur di non infrangere la proibizione di stabilire qualsiasi transazione con funzionari nella lista nera del governo Trump.

Le stime di Ecoanalitica

Secondo le stime di Alejandro Grisanti, direttore di Ecoanalitica, il debito estero del paese è per lo meno di 150.000 milioni di dollari.  Di questi, si devono pagare all’incirca 70 bilioni, interessi su obbligazioni e il resto include prestiti e servizi ricevuti da Russia e Cina.

Per il 2018, il governo dovrebbe saldare poco più di 9000 milioni di dollari, una prospettiva che potrebbe far cadere ancora più giù il paese da default selettivo a completa  insolvenza sovrana.

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