Nell’industria 4.0 robot operai sempre più intelligenti

Robot operai
Robot operai

 

MILANO. – I robot ‘operai’ dell’industria 4.0 diventano sempre più intelligenti: grazie a una nuova generazione di sensori, hanno ‘occhi’, ‘orecchie’ e ‘dita’ per adattarsi istantaneamente ai cambiamenti dell’ambiente circostante e interagire con gli operatori umani in sicurezza. L’obiettivo è migliorare la velocità e la qualità dei processi di produzione, come spiegano gli esperti riuniti a NIDays 2017, l’evento organizzato da National Instruments per fare il punto sulle nuove tecnologie e le sfide dell’ingegneria.

“Nei prossimi 10-15 anni, l’industria vivrà una profonda trasformazione”, spiega Giovanni Miragliotta, del dipartimento di ingegneria gestionale del Politecnico di Milano. “Grazie all’Internet delle cose e all’automazione – sottolinea l’esperto – si avrà una forte integrazione tra tecnologie dell’informazione e il mondo della trasformazione fisica del prodotto”.

Un esempio viene dall’impresa marchigiana Loccioni che, grazie alle tecnologie National Instruments, ha sviluppato con il colosso dell’aeronautica Airbus un nuovo robot operaio che esegue in autonomia la fase finale di assemblaggio della fusoliera degli aerei. “Il sistema si chiama Melo, Modular Extensible Lightweight robot-Outside – spiega Cristina Cristalli, direttore Ricerca e Innovazione di Loccioni – ed è un robot a intelligenza diffusa: ciò significa che ogni suo sensore, dalla telecamera 3D al microfono, è dotato di un ‘mini-cervello’ capace di acquisire ed elaborare i dati per consentire una reazione in tempo reale. Il progetto è nato due anni fa per supportare gli operatori umani nelle mansioni più faticose e ripetitive, ed ora è già in fase di validazione”.

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