Ue incalza l’Italia sul debito. Ma Padoan: “Presto calerà”

Pierre Moscovici e Pier Carlo Padoan (Ansa)
Pierre Moscovici e Pier Carlo Padoan (Ansa)

 

ROMA. – Il vero problema dell’Italia era e resta il debito. Il giorno dopo l’affondo del vicepresidente della Commissione Jyrki Katainen, da Bruxelles si smorzano i toni e si precisa che è vero che la crescita italiana si sta rafforzando ma che rimane la “persistente” sfida del debito pubblico.

E mentre il premier Paolo Gentiloni con orgoglio sottolinea che Roma non rappresenta più “il fanalino di coda” in Europa per il ritmo di aumento del Pil, a difendere l’operato del governo anche sul fronte del debito è il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ribadendo ancora una volta che proprio grazie alla crescita ci sarà un “deciso” calo del debito.

A riconoscere che l’economia italiana “sta mostrando positivi segnali di ripresa” è anche l’agenzia di rating Standard & Poor’s che in un rapporto sull’andamento dei conti del Belpaese sottolinea però che “dopo sei anni di stagnazione il processo di recupero sarà probabilmente lungo”.

L’agenzia statunitense ricorda l’accelerazione della crescita nel secondo trimestre, quando il Pil reale in aumento dell’1,5% quest’anno. Fra i fattori positivi la crescita “degli investimenti grazie agli incentivi fiscali” ed al miglioramento delle condizioni del credito, con la soluzione della crisi di Mps e delle banche venete.

Molto da fare resta però sulla “produttività del lavoro”, che anche nel 2016 ha segnato un calo, come certificato dall’Istat, dell’1%. Se su questo versante l’Italia, secondo i dati dell’istituto di statistica, rimane ‘fanalino di coda’ in Europa negli ultimi due decenni, tra il 1995 ed il 2016, così non è per il Pil, come dice il premier forte dei numeri sul terzo trimestre: “dobbiamo essere più consapevoli – ha puntualizzato Gentiloni – che la sostanza del discorso non sono le cifre, ma è capire che il Paese s’è rimesso a crescere, anche se questa crescita non ha risanato le cicatrici della crisi. Non è la soluzione ma un’opportunità, dice alle classi dirigenti che offre una possibilità”.

Una risposta indiretta a Katainen, che aveva invece invitato a dire “la verità” agli italiani sui conti pubblici, suscitando le ire del commissario alla spending review, Yoram Gutgeld: “La critica costruttiva è sempre benvenuta. Accuse ignoranti da parte di questo campione del rigore sono patetiche”, ha tuonato su twitter dopo aver ricordato i dati negativi della Finlandia sul fronte dei conti pubblici sotto il governo guidato proprio da Katainen.

La soluzione di compromesso individuata dal collegio dei commissari dovrebbe portare la prossima settimana a una promozione ma con riserva, come lo scorso anno, del progetto di Bilancio, accompagnata da una nuova lettera che chiederà maggiori informazioni, dettaglierà l’ampiezza dello scostamento (oggetto del contendere tra Roma e Bruxelles) e potrebbe anche quantificare la cifra della correzione da fare entro la primavera.

A maggio poi la Commissione preparerà un altro rapporto sul debito (il cosiddetto 126.3), dove valuterà se gli obiettivi di riduzione del deficit strutturale, e quindi la ‘regola del debito’, sono rispettati.