Caro Ventura, la matematica non é un’opinione!

Lippi con la Coppa del Mondo.
Lippi con la Coppa del Mondo.

 

CARACAS – “Senza l’Italia saranno brutti Mondiali, ma purtroppo è andata, che ci posso fare? Ho chiesto scusa agli italiani, per il gioco. Lo score è uno dei migliori degli ultimi quarant’anni, ho perso due partite”. Queste le dichiarazioni di Gian Piero Ventura nella tanto attesa intervista alle “Iene” su Italia 1.

Prendendo come spunto le parole di Ventura, abbiamo preso carta e penna per iniziare a fare calcoli sulle prestazioni degli azzurri negli ultimi 40 anni. In questo periodo di tempo si sono seduti sulla panchina azzurra 12 allenatori, includendo lo stesso Ventura.

Iniziamo dal binomio Fulvio Bernardini-Enzo Bearzot che sono rimasti alla guida della nazionale dal 27 settembre 1975 all’8 giugno 1977. Questo duo ha partecipato alle qualificazioni per l’Europeo Jugoslavia 1976 dove hanno portato a casa una vittoria e due pareggi contro Finlandia (0-0), Polonia (0-0) ed Olanda (1-0).

Bernardini-Bearzot hanno preso parte alla prima parte delle qualificazioni per il Mondiale Argentina 1978 dove hanno affrontato: Lussemburgo (4-1), Inghilterra (2-0), Finlandia (3-0 in trasferta e 6-1 in casa).

In questo periodo di tempo gli azzurri hanno avuto uno score di 4 vittorie e 2 pareggi segnando 16 reti e subendone 2.

Poi Fulvio Bernardini ha abdicato la pancina lasciando l’incarico a Bearzot. L’era del mister friulano dura 12 anni e un irripetibile e indimenticabile Mondiale: quello del 1982. Prima, il ‘Vecio’ aveva condotto la Nazionale al magnifico mondiale argentino 1978 (quarto posto), al complicato europeo 1980 giocato in Italia e svanito (quarto posto finale) anche per giochi di potere e strani arbitraggi e a Madrid l’11 luglio 1982 si era toccato il punto di massima gloria.

Ma il dopo-Madrid, è stata una rapida discesa, niente europeo ‘84, e un avvilente mondiale in Messico nel 1986. Chiudendo così la sua avventura in panchina: rimosso dalla Figc con la carica di Direttore delle squadre Nazionali, incarico molto carteceo e per nulla decisionale, Bearzot venne di fatto emarginato. Ma era, rimane e resterà -per sempre- il più grande ct della storia del calcio azzurro.

Il Presidente della Repubblica Sandro Pertini con Zoff, Causio e Bearzot sul DC9 militare che li sta riportando da Madrid a Roma. Sul tavolo la coppa del Mundial, 12 luglio 1982.

 

Bearzot ha lasciato un record (qui parliamo soltando di gare di qualificazioni e tornei ufficiali, le amichevoli non sono incluse) di 17 vittorie, 9 pareggi e 6 sconfitte. La sua nazionale andó a segno in 44 occasioni e subí 28.

Dopo i mondiali del 1986, Azeglio Vicini prende il posto di Enzo Bearzot alla guida della nazionale maggiore. Conduce gli azzurri agli europei del 1988 in Germania, giungendo fino alla semifinale dove sotto una pioggia battente a Stoccarda arriva la sconfitta per 2-0 contro l’Unione Sovietica.

 

 

Vicini é alla guida della nazionale durante le Notti Magiche di Italia ‘90, quel Mondiale che gli azzurri vedono svanire in quella serata “stregata” alle falde del Vesuvio contro l’Argentina di Maradona e Caniggia. Il terzo posto finale fa parte di una delusione enorme: ma non c’è il coraggio di esonerare il ct, trascinandosi così fino al novembre 1991 quando gli azzurri vengono eliminati nel girone di qualificazione europea e Vicini esonerato.

Vicini rimase alla guida della nazionale dall’otto ottobre 1986 fino al 12 ottobre 1992. In questo periodo di tempo gli azzurri conquistarono in gare ufficiali: 17 vittorie, 6 pareggi e 3 sconfitte.

Grazie alle sua gesta con il Milan tra 1987 e 1991, il sogno di Arrigo Sacchi diventa realtà, dopo anni di gavetta, dopo i grandi successi al Milan, è arrivato sulla panchina più ambita, e lui non accenna a cambiare i suoi metodi. Per il tecnico di Fusignano il Mondiale ‘94 è la sua grande occasione svanita ai rigori di Pasadena contro il Brasile. Nel 1996, all’europeo, l’esperienza del profeta di Fusignano sarà ancora più deludente, nonostante l’Italia giochi un calcio più definito di quello del ’94, e per ironia della sorte raccoglie 4 punti (quelli che erano serviti due anni prima per andare avanti). Il girone, proibitivo, aveva messo di fronte alla nazionale di Sacchi quelle che poi sarebbero state le due finaliste: la Germania e la Repubblica Ceca.

Sacchi é rimasto sulla panchina azzurra dal 13 novembre 1991 fino al 6 novembre 1996 con 21 vittorie, 9 pareggi e 3 ko. Anche qui, sono state prese in considerazione soltanto gare ufficiali.

Nell’era post Sacchi, si siede sulla poltrona azzurra, Cesare Maldini che guida la Nazionale ai Mondiali di Francia 1998. Dove la corsa si ferma ai quarti di finale, contro la Francia di Zidane, ai calci di rigore. Non si perdona niente, a quel tempo: e anche un Mondiale così passa sotto l’insegna del fallimento. Il 22 luglio, Maldini viene esonerato dopo 15 gare ufficiali dove ha ottenuto: 9 vittorie e 6 pareggi.

Con Dino Zoff, vice-campione europeo 2000, finale persa in modo assurdo contro la Francia (golden gol di Trezeguet), arrivano le dimissioni. E’ il premier Silvio Berlusconi che critica certe scelte tattiche del ct nella finale, e Zoff non aspetta nemmeno un minuto: lette le parole, lascia l’incarico il 4 luglio 2000 dopo appena 14 gare alla guida degli azzurri. In questo periodo l’ex campione del mondo ha ottenuto: 9 vittorie, 4 pareggi ed una sconfitta.

Come successore di Zoff, viene scelto un mostro sacro del calcio italiano Giovanni Trapattoni. Dal 2000 al 2004 allenò la Nazionale italiana: eliminazione agli ottavi dei Mondiali 2002 con un golden gol della Corea del Sud padrona di casa (la direzione dell’arbitro ecuadoregno Byron Moreno fu molto contestata), al primo turno degli Europei 2004 (imbattuto, per differenza reti causa un annunciatissimo biscotto 2 a 2 tra Svezia e Danimarca).

Il Trap sulla panchina azzurra ci rimane per 4 anni dal 6 luglio 2000 al 15 luglio 2004 lasciando uno score di: 13 vittorie, 6 pareggi e 2 ko.

Il primo ciclo di Marcello Lippi è il simbolo della seconda Italia assediata e vincente. Non doveva essere una generazione di fenomeni, ma ha avuto ragione il tecnico: ha usato l’ambiente ostile dello scandalo di calciopoli in corso, per creare nel gruppo un sentimento di rivalsa, culminato in finale Mondiale in 5 rigori su 5, come mai nella storia.

La prima era di Lippi si chiude dopo 17 gare ufficiali disutate dove ha ottenuto: 12 vittorie, 4 pareggi ed una sconfitta. Ma la cosa più importante ha riportato la coppa del mondo in Italia dopo 24 anni.

Il suo sucessore, Roberto Donadoni, partecipa alle qualificazioni per Euro 2008, l’Europeo e la Confederation Cup. All’Europeo del 2008 ha messo in campo l’unica squadra capace di portare ai rigori la Spagna destinata poi al titolo europeo. Mentre alla Confederation Cup non ha superato il primo turno.

Il ciclo di Donadoni é iniziato il 13 luglio 2006 e si é concluso il 26 settembre del 2008. In questo periodo l’ex giocatore del Milan ha ottenuto 11 vittorie, 4 pareggi e 4 sconfitte.

Per la prima kermesse iridata in Africa torna Lippi ma è il caos del Mondiale in Sudafrica. Non serve parlare di esonero o dimissioni. Il legame è scisso all’istante. In questa seconda esperienza azzurra disputa 13 gare dove ottiene: 7 vittorie, 5 pareggi e una sconfitta.

Per tentare di far risorgere gli azzurri viene chiamato come allenatore Cesare Prandelli. Con lui l’Italia arrivò seconda all’Europeo del 2012 e terza nella Confederations Cup nel 2013, giocando un calcio diverso – più offensivo e divertente – rispetto al suo recente passato. Agli Europei del 2012 ottenne più di quanto molti si aspettavano, e riuscì a eliminare due squadre quotate come Inghilterra e Germania. Poi però perse la finale per 4 a 0 contro la Spagna, Nazionale che in quel momento si trovava all’apice del suo ciclo vincente iniziato con gli Europei di quattro anni prima.

Due anni dopo gli Europei persi in finale, Prandelli portò l’Italia ai Mondiali in Brasile, con una squadra simile ma con qualche calciatore nuovo. L’Italia vinse all’esordio contro l’Inghilterra, convincendo anche abbastanza, ma poi si trovò in grosse difficoltà contro le due nazionali americane nel suo girone, Costa Rica e Uruguay, entrambe superiori soprattutto nella condizione fisica. Perse entrambe le partite per 1 a 0.

La nazionale disputò 34 gare ufficiali con Cesare Prandelli sulla panchina ottenendo: 19 vittorie, 11 pareggi e 4 sconfitte.

Grazie alle ottime performance sulla panchina della Juve per Antonio Conte si aprono le porte della Nazionale, il neo-presidente eletto Tavecchio lo vuole fortemente come ct. Agli Europei del 2016 in Francia gli azzurri vincono il proprio girone e agli ottavi superano con una prestazione da incorniciare i campioni in carica della Spagna. Ai quarti solo i rigori (dopo l’1-1 ai tempi regolamentari) decretano l’uscita di scena contro la corazzata Germania.

Il tecnico leccese guida la nazionale durante 15 match dove ottiene: 10 vittorie, 3 pareggi ed una sconfitta.

Dopo Conte é stato scelto Gianpiero Ventura e per i tifosi e la nazionale é stata una vera sventura averlo sulla panchina, per la prima volta dopo 60 anni l’Italia non sarà presente ad una kermesse iridata. Il suo record di soltanto due sconfitte é stato ingrossato da 7 vittorie e 3 pareggi. Una performance un po’ aldisotto delle spettative per una nazionale che ha nel suo palmares 4 campionati del mondo. Ma lo sappiamo caro Gianpiero.. la matematica é un’opinione.

 

Oggi, é stato diramato un comunicato stampa dalla FIGC annunciando l’esonero di Ventura. Adesso tra i tifosi é iniziato il totoallenatori si parla di Ancelotti, Conte, Allegri e Di Francesco. Forse lunedì sapremo di più in questa telenovela.

(Fioravante De Simone)