Trump attacca deputato Dem sulle molestie sessuali, ma tace su Moore

Alabama: il candidato repubblicano al Senato Roy Moore
Alabama: il candidato repubblicano al Senato Roy Moore.

 

 

WASHINGTON. – Le molestie sessuali scuotono il mondo politico americano in modo bipartisan. Ma Donald Trump continua a tacere da giorni sul candidato repubblicano dell’Alabama al Senato Roy Moore, accusato da quattro donne di molestie quando avevano 14-17 anni, e attacca invece solo il senatore dem Al Franken poche ore dopo che Leeann Tweeden, una ex attrice ora anchor radio, lo ha accusato di averla baciata e palpeggiata in passato senza il suo consenso, come mostrano alcune immagini postate dall’interessata.

“Le foto di Al Frankestien sono davvero brutte, dicono più di migliaia di parole. Dove vanno le sue mani nelle foto 2,3,4,5 e 6 mentre lei dorme?”, twitta il tycoon, scrivendo erroneamente però il nome del ‘mostro’ dell’omonimo film e romanzo.

“E pensare – prosegue in un altro tweet – che giusto la scorsa settimana stava dando lezioni a tutti coloro che ascoltavano sulle molestie sessuali e sul rispetto delle donne. La registrazione di Lesley Stahl?”, conclude evocando un altro caso in cui Al Franken fu accusato di aver scritto, quando era un comico, uno sketch in cui drogava e stuprava la reporter della Cbs Lesley Stahl.

Quelle ad Al Franken sono le prime accuse dirette ad un senatore in carica, anche se l’episodio, accaduto in un tour in Medio Oriente tra i militari, risale al 2006 quando non era parlamentare. Il senatore, che ha coltivato l’immagine di un paladino delle questioni femminili, si è scusato due volte e ha accettato di collaborare con un’inchiesta della commissione etica, dopo le critiche del suo partito e dei repubblicani.

Diversa la reazione di Moore, ex controverso giudice ultraconservatore che, appoggiato dall’ex stratega della Casa Bianca Steve Bannon, ha vinto le primarie repubblicane in vista del voto del 12 dicembre per il posto lasciato vacante dal ministro Jeff Sessions. Moore, appoggiato dalla moglie, continua a negare le accuse, ha messo in discussione la credibilità delle sue accusatrici e ha annunciato causa al Wp (il primo a rivelarle).

Ma tutto il partito repubblicano, tranne quello locale dell’Alabama, lo ha mollato prestando fede alle sue accusatrici, a differenza di quanto successe durante la campagna per le presidenziali quando undici donne accusarono Trump di passate molestie, dopo il video in cui si vantava di poter afferrare per i genitali qualsiasi donna.

I vertici del Grand Old Party hanno tagliato a Moore i finanziamenti elettorali, lo hanno invitato a farsi da parte e stanno studiando la sua espulsione dal Senato nel caso non si ritiri e vinca. In tutta questa vicenda la Casa Bianca ha preso posizione solo ieri tramite la portavoce Sarah Sanders: “il presidente crede che queste accuse siano molto preoccupanti e dovrebbero essere prese seriamente, ma pensa che sia la gente dell’Alabama a dover decidere chi deve essere il suo prossimo senatore”, ha spiegato, precisando che Trump non intende ritirare il suo endorsement.

Il tycoon però si è guardato bene dall’intervenire direttamente, consapevole che togliendo il suo appoggio a Moore cancellerebbe le speranze di una sua elezione (in alcuni sondaggi lo sfidante dem Doug Jones è in rimonta o in sorpasso), riducendo la risicata maggioranza al Senato da 52 a 51 e mettendo ancora più a rischio la sua agenda.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)