Il Cile vota il presidente, favorito il centrodestra con Piñera

Piñera
Sebastian Piñera.

SANTIAGO DEL CILE. – I cileni vanno domani alle urne per il primo turno delle elezioni presidenziali che vedono in corsa otto candidati, tra cui Sebastian Pinera (centrodestra) e Alejandro Guiller (centrosinistra, ‘erede’ della presidente uscente Michelle Bachelet). Nei sondaggi Pinera è decisamente avanti rispetto a Guiller ma secondo gli analisti non riuscirà a superare il 50% dei voti e sarà costretto al ballottaggio. Nessuna chances avrebbero, sempre secondo gli esperti, gli altri candidati.

Piñera è già stato presidente dal 2010 al 2014 e la sua posizione durante la presidenza Bachelet si è rafforzata, secondo gli osservatori, proprio a causa dei problemi emersi all’interno della maggioranza uscente e al forte calo di popolarità della stessa presidente in scadenza. Bachelet – anche lei già presidente del Cile una prima volta dal 2006 al 2010 – era stata trionfalmente eletta nel 2013 per il secondo mandato ora in scadenza.

Aveva ottenuto il 62% dei voti, ma oggi l’indice di gradimento attribuitole dai sondaggi non arriva al 30%. Il crollo sarebbe dovuto agli scandali di corruzione che hanno colpito la sua famiglia ma anche ai profondi disaccordi sul suo ambizioso programma di riforme sociali dentro a Nueva Mayoria, la coalizione che ha appoggiato il suo governo e che va dalla Democrazia Cristiana al Partito Comunista.

Queste fratture interne – ha spiegato all’ANSA René Jara, politologo dell’Università di Santiago – hanno fatto sì che “il centrosinistra sia l’area politica con la maggiore frammentazione e ben sei candidati in lizza. La crisi del centrosinistra è insomma il risultato dell’assenza di un progetto unificatore”. Un’altra nota politologa, Claudia Heiss, ha sottolineato da parte sua che Pinera “può strizzare l’occhio ai democristiani senza perdere l’appoggio della destra più estrema” rappresentata da José Antonio Kast.

Nell’area del centrosinistra invece, oltre al candidato ‘ufficiale’ Alejandro Guillier, “per la prima volta la Dc si presenta con una candidata autonoma (Carolina Goic). Poi ci sono la coalizione di sinistra del Frente Amplio con Beatriz Sanchez, e altri candidati più marginali come Alejandro Navarro (del partito Pais) e Eduardo Artés (Union Patriotica)”, ambedue di estrema sinistra. L’ottavo candidato è Marco Enr¡quez Ominami del Partido Progresista.

Secondo Heiss, “stiamo assistendo a una situazione che stava causando una presa di distanza dei cittadini rispetto ai loro dirigenti politici”. I due esperti coincidono poi sul fatto che il vero eventuale cambiamento nella politica cilena si vedrà nelle elezioni parlamentari, previste sempre domani contemporaneamente al primo turno delle presidenziali.

Anche perchè saranno le prime a tenersi con la nuova legge elettorale, varata nel 2015, che prevede l’aumento del numero dei parlamentari – da 120 a 155 nella camera bassa e da 38 a 50 al Senato – e l’introduzione del sistema proporzionale. Secondo Heiss, “sarà un sistema più rappresentativo, ma anche più difficile da gestire”.