ROMA. – Oltre 72 ore senza notizie. E’ corsa contro il tempo per ritrovare il sottomarino argentino con 44 persone a bordo di cui si sono perse le tracce mercoledì al largo delle coste della Patagonia nell’Atlantico meridionale. Oltre alle forze locali anche la Nasa partecipa alle operazioni, mentre sono in tutto sei i Paesi, tra cui il Regno Unito e gli Usa che hanno offerto aiuto nelle ricerche.
La vicenda sta tenendo con il fiato sospeso tutta l’Argentina mentre Papa Francesco ha assicurato la sua “preghiera fervente” per i 44 componenti dell’equipaggio, esprimendo la sua “vicinanza” alle famiglie e alle autorità militari e civili del Paese “in questi momenti difficili” ed “incoraggiando gli sforzi messi in campo per ritrovarlo”.
C’è il “massimo impegno a utilizzare tutte le risorse nazionali e internazionali necessarie per trovare ‘Ara San Juan’ (questo il nome del battello) il prima possibile”, ha assicurato il presidente Mauricio Macri, parlando da Chapadmalal, vicino alla base navale di Mar del Plata, stazione abituale del sottomarino.
Macri ha poi aggiunto che il suo governo è “in contatto con le famiglie dell’equipaggio per informarli e sostenerli”, mentre su Twitter ha ribadito la sua vicinanza ai parenti dei marinai: “Condividiamo la vostra preoccupazione e quella di tutti gli argentini”.
Il sommergibile era partito da Ushuaia ed era diretto alla base a Mar del Plata, quando mercoledì mattina a 430 km dalla costa si sono persi i contatti radio. Un buio totale che ha seminato ansia in tutta nazione. Tra le ipotesi in campo, un problema alle comunicazioni, un blackout o un problema elettrico fino all’ipotesi più drammatica: un incendio a bordo. E’ non aiutano le avverse condizioni atmosferiche nell’area dove si sono concentrate le ricerche, già rastrellata per quasi l’80%. Onde alte sei metri e venti violenti non facilitano la visibilità sulla superficie del mare.
Il comandante dell’Area Marina Atlantica e capo della base navale di Mar del Plata, l’ammiraglio Gabriel Gonz lez, ha assicurato al giornale La Nación che la Marina argentina ha messo a disposizione i propri mezzi, a cui sono stati aggiunti pescherecci e anche aerei americani, oltre alla possibile partecipazione di una nave da ricerca del Regno Unito, che opera nelle isole Falklands. Ma fino ad ora nessuna traccia.
Tra i 44 membri dell’equipaggio c’è anche la prima donna ufficiale del Sudamerica. El Pais precisa che l’ufficiale, Eliana Mar¡a Krawczyk, di 34 anni, è responsabile delle operazioni del sottomarino, una posizione che include il controllo delle armi e la manovra di ormeggio.
Laureatasi alla scuola navale attualmente è la prima donna ufficiale subacquea in 71 anni di storia della Marina argentina. Eduardo, padre di Eliana, ha visto sua figlia l’ultima volta due settimane fa, poco prima che il sottomarino salpasse. “Mi disse che era felice di essere a bordo”, ha raccontato ai media dicendosi sicuro che la rivedrà e che il loro incontro “sarà come rinascere” di nuovo.