Manovra: sconto web tax alle imprese italiane. Ap si impunta su bonus bebè

Giovani al lavoro


ROMA. – Web tax sì ma salvaguardando le imprese italiane: i lavori parlamentari sulla manovra entrano nel vivo e si vanno così definendo le proposte di modifica che dovranno essere approvate entro il prossimo lunedì quando la legge di bilancio è attesa nell’Aula del Senato.

Ma non sono solo i giganti della Rete a occupare maggioranza e governo nella ricerca di un equilibrio: c’è il nodo pensioni, che registra il niet della Cgil e la cui intesa parziale con i sindacati dovrebbe essere tradotta in un emendamento da presentare domani, e quello degli interventi a favore dalla famiglia, con Alternativa popolare che è tornata a puntare i piedi minacciando di non votare la legge di bilancio in assenza del rifinanziamento del bonus bebè.

Il partito di Angelino Alfano in serata incassa però il sostegno di Matteo Renzi, che apre anche a una revisione dei superticket. “Apprezziamo lo spirito con cui il segretario del Pd ha condiviso la nostra iniziativa”, chiosa quindi la capogruppo di Ap a Palazzo Madama Laura Bianconi dicendosi convinta che si tratta di “un indirizzo politico di cui il governo non potrà non tenere conto”.

Che le risorse “non siano infinite”, come ribadisce la relatrice Magda Zanoni, è cosa nota; il punto – aggiunge – è consentire sentire che all’interno del pacchetto trovino spazio tutti i temi”. Stessa linea sul fronte governo, che secondo quanto viene riferito, resta pronto ad ascoltare le richieste dei partner di maggioranza nella consapevolezza però dei paletti dei saldi di bilancio.

Chiaro quindi che occorrerà fare delle scelte, magari rifinanziando almeno in parte le agevolazioni per i nuovi nati, introducendo le norme sul caregiver ma senza intervenire anche sulle famiglie numerose o sull’ampliamento della soglia entro la quale i figli restano a carico dei genitori. Lo stesso vale per il fronte sanità: “il superticket lo chiede Campo progressista. Fossi da solo – spiega il leader Dem – non lo farei ma per accordo sono pronto a farmi carico di alcune delle richieste degli altri”.

Tornando alla web tax, si tratta di una misura oggetto da giorni di polemiche e punti di vista diversi all’interno della maggioranza: a indicare però la strada per uscire dall’impasse è il consigliere economico del Mef, Mauro Marè. A Palazzo Madama è stato infatti nei giorni scorsi presentato un emendamento, a firma del presidente della commissione Industria Massimo Mucchetti, che prevede un’imposta al 6% sui ricavi per tutte le aziende digitali e che per non rischiare rilievi da parte dell’Ue è stata estesa a tutti, finendo così per pesare sulle imprese italiane che, a differenza delle multinazionali del web, già pagano regolarmente le tasse e che in più producono reddito e lavoro in Italia.

E proprio quindi per evitare questo scenario, si sta lavorando per introdurre, parallelamente alla web tax, una detrazione d’imposta in modo da bilanciarne il peso. Nel complesso, si tratta di una “soluzione tampone”, riconosce il viceministro dell’economia Luigi Casero, convinto che la risposta migliore sarebbe un accordo internazionale.