Un premio per la speranza

Lunedì sera a Milano si è svolta la cena annuale dell‘ Istituto Bruno Leoni, in questa occasione come ogni anno dal 2008, viene anche assegnato un riconoscimento a un personaggio che attraverso le sue opere o la sua attività abbia dato un contributo significativo per lo sviluppo delle libertà individuali, dell’economia di mercato e della libera concorrenza.

L’Istituto Bruno Leoni è ciò che in inglese si definisce un think tank, ed è stato creato ispirandosi all’opera del pensatore liberale italiano Bruno Leoni.

Bruno Leoni (Ancona 1943 – Torino 1967) fu, per chi non lo conoscesse, un avvocato, filosofo e docente universitario, fu esponente del liberalismo classico e promosse attivamente la diffusione delle idee liberali all’interno della società italiana, la sua opera più famosa è “Freedom and Law” (1958).

L’Istituto Bruno Leoni (IBL) quindi si propone attraverso una serie d’iniziative la missione di valorizzare e di promuovere il pensiero di Leoni. Tra le tante attività vi è appunto l’assegnazione del “Premio Bruno Leoni”.
Per il 2017 quindi il premio è stato assegnato a Leopoldo López, fondatore di Voluntad Popular e oppositore di Chávez e di Maduro.

Per capire meglio quali sono state le motivazioni di questa scelta, ho rivolto qualche domanda a uno dei Fellow Onorari dell’Istituto: il giornalista Oscar Giannino.

Contattato telefonicamente qualche giorno fa, appena saputo della notizia del riconoscimento, ho avuto modo di fare una chiacchierata con lui, nel corso della quale ha spiegato più approfonditamente le ragioni che hanno portato l’IBL ad assegnare il premio a López.

Il motivo principale è che “Il premio vuole essere un riconoscimento al coraggio politico di Leopoldo López, che ricordiamo sta pagando con il carcere questo suo coraggio” ci ha detto Giannino “nonché un incentivo a portare avanti la sua azione politica” attraverso il premio quindi si dà un sostegno morale e di vicinanza a una persona che si sta battendo pacificamente per le libertà democratiche nello spirito appunto dell’Istituto che fa della difesa della libertà individuale politica ed economica la sua bandiera.

Altro motivo, sempre nello spirito della visione liberale che caratterizza l’Istituto, era quello di evidenziare come un’economia pianificata di matrice socialista porti sostanzialmente a un impoverimento progressivo di un paese.

Ma nella visione dell’IBL oltre a voler premiare l’azione politica di López, con questo atto si vuole richiamare il governo Italiano dalla sostanziale indifferenza, da mesi, che dimostra verso la situazione venezuelana. Indifferenza che risulta ancora meno comprensibile considerando il numero d’italiani e discendenti che vivono in Venezuela.

Alla mia domanda sul perché di questa indifferenza Oscar Giannino ha dato una risposta che a mio avviso coglie appieno la realtà dei fatti.

Secondo Giannino infatti in questi anni il Bolivarismo ha riscosso a livello internazionale molti apprezzamenti positivi; in Italia ancora di più che in altri paesi dato che tutta una parte politica ha guardato con simpatia all’esperienza Chavista, ritenendola per molti aspetti un progresso per il Venezuela e un esempio da seguire per tutta l’America Latina.

Chiaramente partendo da questo presupposto sarebbe stato abbastanza strano che le stesse forze politiche in parlamento o essendo forza di governo potessero prendere posizioni nette contro Chávez prima e Maduro ora.

Infine a determinare questa inazione vi sarebbe l’imprevedibilità dell’amministrazione americana che soprattutto con il presidente Trump non permette di capire come gli USA si muoveranno nei confronti del Venezuela e del presidente Maduro, creando di fatto una situazione di attendismo in quei paesi, come il nostro, che difficilmente prenderebbero un’iniziativa unilaterale o da capofila.

Il problema che però il nostro governo sembra ignorare, ci fa notare Giannino, è che il Venezuela vive in questo momento un’emergenza umanitaria gravissima, dovuta alla scarsità di cibo, medicinali e alla forte crisi economica che, come abbiamo già detto, dal punto di vista del giornalista e più generale dell’Istituto, sono il frutto solo ed esclusivamente delle politiche di Chávez e Maduro.

Quindi quello che si vorrebbe richiedere è che il governo Italiano premesse sul governo Venezuelano per ottenere l’apertura di corridoi umanitari che permettano l’invio di generi di prima necessità e medicinali.

In ogni caso mi specifica Giannino l’Istituto Bruno Leoni, non fa politica diretta ma fa opera di divulgazione e porta avanti le proprie posizioni che sono dichiaratamente liberali sia in termini politici che in termini di politiche economiche. In questa visione rientra l’assegnazione del premio a Leopoldo López, nell’idea liberale di azione politica ovviamente non è contemplata l’uso della violenza politica, violenza di stato e limitazioni delle libertà fondamentali, tutte cose che Leopoldo López con la sua prigionia in questo momento sta vivendo sulla sua pelle.

I genitori di Leopoldo López con il premio.

Ovviamente il “Premio Bruno Leoni” non poteva essere ritirato da lui stesso pertanto è stato consegnato ai genitori, Antonieta e Leopoldo Senior, che sono stati accolti con affetto dalla platea e salutati con una standing ovation.

Questo premio probabilmente è una piccola cosa che non cambierà la situazione del leader di Voluntad Popular, e al di là del fatto che si possano condividere o meno gli ideali dell’Istituto Bruno Leoni, rappresenta però un segnale che in Italia non tutti si sono dimenticati del Venezuela e se le istituzioni sembrano inerti ci sono segmenti della società che hanno a cuore le sorti di un paese e cercano comunque di fare qualcosa.

Stefano Macone

(Foto e immagini per gentile concessione dell’Istituto Bruno Leoni)

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