Dombrovskis: “No a retromarce sulle pensioni”

Il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis. (ANSA/AP Photo/Petros Karadjias)
Il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis. (ANSA/AP Photo/Petros Karadjias)

BRUXELLES. – L’Italia rischia anche con la manovra 2018 di non rispettare le regole del Patto di stabilità, e dovrà fare degli sforzi in più per mettere in sicurezza il debito. Non le viene chiesta una esplicita manovra correttiva, per ora, ma soltanto di rispettare alla lettera quanto contenuto nella manovra, senza annacquamenti o retromarce delle riforme già attuate, come quella delle pensioni.

In un’intervista all’ANSA il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, spiega il senso della lettera di richiamo inviata al Governo. L’Italia deve attenersi “alle importanti riforme di bilancio strutturali, come quella delle pensioni che supporta la sostenibilità a lungo termine del debito italiano”, ha detto il responsabile europeo della vigilanza sui conti pubblici, illustrando i contenuti della lettera firmata assieme al commissario Moscovici.

Il richiamo nasce dal fatto che per il 2017 la Commissione ha rilevato un peggioramento del saldo strutturale dovuto anche a un incremento della spesa pensionistica. Causato dalla modifica della legge Fornero, per effettuare riforme come l’Ape e l’Ape sociale. E dal momento che il Governo sta ragionando sull’estensione di tali misure al 2018, Bruxelles nella lettera richiama all’importanza di restare sulle riforme attuate, soprattutto quelle che hanno un impatto importante sul bilancio.

“Riconosciamo che l’Italia ha fatto molti sforzi di recente per la competitività e la crescita”, ma “è cruciale” che adotti la manovra 2108 “senza annacquare le sue disposizioni principali”, e che venga attuata “in modo rigido per centrare uno sforzo strutturale di 0,3% del Pil”.

E’ quella infatti la cifra individuata dalla Commissione, ed è anche la stessa pianificata dal Governo. “Dopo aver preso in considerazione i fattori rilevanti come l’incertezza sulla stima dell’output gap, il bisogno di bilanciare l’aggiustamento con il sostegno alla crescita, siamo dell’opinione che serve un aggiustamento fiscale di almeno 0,3 punti l’anno prossimo.

E’ lo stesso pianificato dall’Italia, ma attualmente non lo vediamo ancora interamente presente”, ha spiegato Dombrovskis. Nessuna manovra dunque, ma aggiustamenti possibili strada facendo. “Con il ministro Padoan e il suo team abbiamo un rapporto buono, torneremo a valutare il rispetto del criterio del debito in primavera”. Nel frattempo, si chiede all’Italia di usare “le entrate impreviste per ridurre il debito”.