Election day divide il centrodestra. Salvini invoca notaio antinciucio

Nella foto Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini
Quando il Centrodestra si presentava unito: Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini
Nella foto Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini

 

 

ROMA. – A parole tutti e tre i leader del centrodestra sono contrari alle larghe intese ma, di fronte al rischio che il responso delle urne non indichi un vincitore netto aprendo di fatto all’ipotesi di nuove alleanze, Matteo Salvini, che boccia l’election day sostenuto dal Cav, chiede ai suoi alleati, e soprattutto a Silvio Berlusconi, che l’accordo preso a parole venga messo nero su bianco da un notaio.

Una sorta di patto ‘anti inciucio’ che preveda anche liste pulite:”chiederemo l’impegno formale a chiunque venga eletto nelle liste del centrodestra di non appoggiare mai un governo con il Pd o con il centrosinistra, per evitare scherzi il giorno dopo il voto”.

Pronta a sottoscrive l’accordo è Giorgia Meloni che però rivendica la proposta ricordando che la propone da tre mesi insieme ai criteri per la scelta del leader.

Il Cavaliere, rientrato a Milano per fare il punto con i suoi avvocati reduci dalla trasferta a Strasburgo per l’udienza sul suo ricorso contro la legge Severino, preferisce non replicare direttamente al leader della Lega, lasciando che a mobilitarsi siano i dirigenti del partito che invitano sia Salvini che Meloni a “stare tranquilli” perchè all’orizzonte non c’è nessun accordo con la sinistra.

Prima di pensare al post elezioni, il centrodestra si trova a dover discutere anche i tempi in cui andare a votare. Il leader di Forza Italia non intende modificare i suoi piani in attesa della sentenza della corte dei diritti dell’uomo e l’idea di ‘candidarsi con riserva’ appare abbastanza complicata poi nell’applicazione.

Se infatti le elezioni si terranno a scadenza naturale della legislatura il Cavaliere non avrebbe chance visto che per la riabilitazione il tribunale per decidere ha a disposizione 90 giorni di tempo. Ecco perchè Forza Italia insiste nel chiedere che le elezioni si tengano a maggio, in un election day con le regioni ed i comuni chiamati al voto. Più tempo c’è a disposizione e maggiori speranze ci sono di poter avere il Cavaliere in prima linea a tutti gli effetti.

Votare a maggio però non rientra nei piani della Lega e di Fratelli d’Italia. Sia Meloni che Salvini non accettano che si vada oltre la scadenza naturale: “Gli italiani non hanno più pazienza”, osserva la leader di Fdi. L’auspicio dei due alleati del Cavaliere è che la sentenza di Strasburgo arrivi prima delle urne, anzi per la presidente di Fratelli d’Italia dovrebbe essere “il governo italiano a chiedere che la corte dei diritti dell’uomo si pronunci prima della scadenza della legislatura”.

Il segretario del Carroccio si prepara alla sfida per la leadership, così come Meloni che si prepara per congresso nazionale del partito. In Forza Italia invece c’è chi guarda con attenzione al calendario non scartando l’ipotesi, nel caso non si riuscisse a formare un governo in primavera, di tornare alle urne già a giugno con Berlusconi di nuovo candidabile.

(di Yasmin Inangiray/ANSA)

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