Ledezma da Almagro: “Aiutare il Venezuela”

Ldedezma-Almagro, ue ore di conversazione per analizzare la situazione attuale del Paese
Ldedezma-Almagro, ue ore di conversazione per analizzare la situazione attuale del Paese

 

Ldedezma-Almagro, ue ore di conversazione per analizzare la situazione attuale del Paese
Ledezma-Almagro, due ore di conversazione per analizzare la situazione attuale del Paese

CARACAS – Due ore di conversazione per analizzare la situazione attuale del Paese. Tanto è durato l’incontro tra il Segretario Generale dell’Organizzazione di Stati Americani, Luis Almagro, e il connazionale Antonio Ledezma, ex Sindaco di Caracas e, ora, politico in esilio. E così Ledezma mantiene la sua parola. Infatti, dopo essere fuggito alla sorveglianza della polizia politica ed essere riuscito a lasciare il Paese, ha iniziato a denunciare i soprusi e le violazioni alle libertà fondamentali che assicura commette quotidianamente il governo del presidente della Repubblica, Nicolàs Maduro.

Dopo l’incontro con il Segretario Generale dell’Osa, Ledezma ha dichiarato ai giornalisti:

– Vengo per farmi portavoce dei 30 milioni di venezuelani sequestrati dal regime che viola la libertà di espressione. In Venezuela dire ciò che si pensa è un delitto.

L’ex sindaco di Caracas in esilio avrebbe chiesto a Luis Almagro il contributo e la solidarietà della comunità internazionale e alzata la propria voce contro un governo che ritiene violi la Costituzione.

Antonio Ledezma, dopo mesi in prigione accusato di cospirare contro il governo del presidente Maduro, aveva ottenuto dai Tribunali gli arresti domiciliari a causa delle sue precarie condizioni di salute.

Stando al Foro Penal Venezolano, sono 311 i prigionieri politici ancora in prigione. La lista dei prigionieri politici è stata consegnata l’altro giorno dall’Ong al Segretario Generale dell’Osa. Il timore del Foro Penal Venezolano è che, nel corso del dialogo tra Opposizione e Governo, fissato per i primi giorni di dicembre, il governo possa aggiungere detenuti comuni già liberati e sostenere che essi fossero politici tornati a casa. Insomma, che il governo possa dire di aver liberato detenuti che non sono mai stati prigionieri politici.

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