Voluntary Disclosure: alcune novità per i cittadini italiani ex Aire o che lavorano all’estero

 

CARACAS,. – I senatori del Pd eletti all’estero Claudio Micheloni, Francesco Giacobbe e Renato Turano, hanno annunciato l’approvazione dell’emandamento al Decreto fiscale della Voluntary Disclosure con alcune novità per i cittadini italiani ex Aire che oggi risiedono in Italia e quelli che lavorano all’estero.

I tre parlamentari spiegano che fino ad oggi, i cittadini di tali categorie devono denunciare i propri depositi bancari e i redditi dei loro beni immobili ottenuti durante il periodo di residenza all’estero, con una tassazione molto alta, su redditi già tassati. Quindi hanno costantemente sollecitato un rimedio per questa situazione ingiusta per la quale i cittadini venivano considerati come evasori fiscali sul ricavato del loro regolare lavoro già tassato nei paesi di immigrazione. Il Governo anche se consapevole di questa situazione non ha mai agito per risolvere tale incongruenza. Oggi finalmente con l’emendamento approvato il 14/11/2017 si intraprende il primo passo decisivo per la soluzione del problema.

Come citato nel primo comma – affermano Micheloni, Giacobbe e Turano – “Le attività depositate e le somme detenute su conti correnti e sui libretti di risparmio all’estero alla data di entrata in vigore della presente disposizione, in violazione degli obblighi di dichiarazione di cui all’articolo 4, comma 1, del decreto legge 28 giugno 1990, n. 167, da soggetti fiscalmente residenti in Italia ovvero dai loro eredi, in precedenza residenti all’estero, iscritti all’AIRE o che hanno prestato la propria attività lavorativa in via continuativa all’estero in zone di frontiera e in Paesi limitrofi, derivanti da redditi prodotti all’estero (…) possono essere regolarizzate, anche ai fini delle imposte sui redditi prodotti dalle stesse, con il versamento del 3% del valore delle attività e della giacenza al 31 dicembre 2016 a titolo di imposte, sanzioni e interessi”. L’istanza di regolarizzazione dovrà essere trasmessa entro il 31 luglio 2018, e il versamento delle somme dovute dovrà avvenire entro il 30 settembre 2018 (prima rata o soluzione unica)”.

“I cittadini compresi in queste categorie che rientrano in Italia dopo il 31 luglio 2018 – spiegano i parlamentari – non saranno inclusi in questo intervento: per questo motivo bisogna continuare il lavoro fino a concludere questa legislatura e nella prossima salvaguardare tali cittadini e i dipendenti statali in servizio all’estero.”

Per concludere i tre senatori consigliano alle associazioni, patronati e mezzi d’informazione di diffondere la notizia affinchè vengano agevolati i cittadini direttamente interessati e informare tutta l’opinione pubblica. L’effetto di questo emandamento è di correggere, anche se per ora solo parzialmente questi casi evidenti di doppia imposizione e non di evasione o elusione fiscale.

Angelo Di Lorenzo TwitterFacebook

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