Ape social anche per gli italiani residenti all’estero?

Ape social, come andare in pensione prima del tempo.
Ape social, come andare in pensione prima del tempo.
Pensioni
In pensione prima del tempo anche gli italiani all’estero?

 


CARACAS.– I deputati Pd all’estero Marco Fedi e Fabio Porta, hanno inviato una lettera al presidente del consiglio Paolo Gentiloni al ministro del lavoro Giuliano Poletti e a quello dell’economia e finanze Pier Paolo Padoan, chiedendo il riconoscimento nelle trattative sulle pensioni, anche degli italiani residenti all’estero. In questi giorni si sta trattando il tema dell’età pensionabile previsto dal 2019 a numerose categorie di lavoratori di attività definite “gravose”.

In questa missiva i due deputati richiedono al Governo che gli anticipi previsti siano applicati anche ai numerosi italiani all’estero che hanno versato i contributi in Italia e svolgono attività gravose e usuranti all’estero. Evidenziano anche che come risultato delle trattative con le parti sociali, il Governo sta preparando una proposta che cerca di esentare gli addetti ai lavori gravosi sulle aspettative di vita dell’età pensionabile (inoltre ad introdurre una estensione dell’Ape Social e nuove regole sulla pensione anticipata per i lavoratori precoci).

Fedi e Porta scrivono che sono venuti a conoscenza, che dagli scatti delle aspettative di vita non potranno essere incluse 15 categorie di lavoratori addetti a mansioni particolarmente gravose, a meno che non facciano valere un’anzianità contributiva di per lo meno 30 anni di contribuzione e aver svolto lavori gravosi per minimo 7 anni negli ultimi 10 di attività lavorativa. Questi lavoratori quindi potranno avere la pensione di vecchiaia a 66 anni e 7 mesi anche a cominciare dal 2019.

Quindi i deputati richiedono tanto al Governo come ai rispettivi Ministeri di chiarire se tali risoluzioni saranno anche per i cittadini residenti all’estero che hanno versato contribuiti previdenziali in Italia e nel Paese dove risiedono con cui ci sia un accordo di sicurezza bilaterale o multilaterale (Regolamenti UE) e infine capire anche se i 30 anni di contribuzioni previsti dalla proposta del Governo, si possano totalizzare con i contributi esteri dei cittadini italiani residenti all’estero e quali sarebbero le modalità, regole e strumenti per verificare all’estero i requisiti per il diritto alle prestazioni dei lavori gravosi.

Angelo Di Lorenzo TwitterFacebook

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