Terremoto Amatrice, ancora attivo lo sciame dell’agosto 2016

Vista aerea di Amatrice, dopo il terremoto. ANSA/ ALESSANDRO DI MEO
Vista aerea di Amatrice, dopo il terremoto. ANSA/ ALESSANDRO DI MEO

 


ROMA. – E’ ancora attivo lo sciame sismico che si è risvegliato il 24 agosto 2016 nell’Italia centrale e che è tornato a scuotere Amatrice. “Tutta la zona è ancora attiva, non consideriamo la sequenza finita”, ha osservato la sismologa Lucia Margheriti, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).

La terra ha tremato nella notte, alle 00:34 italiane. Il terremoto, di magnitudo 4,0, è avvenuto alla profondità di 8 chilometri ed è stato risentito in tutta l’Italia centrale, probabilmente amplificato a Est dalla struttura geologica che caratterizza la zona fino alla costa Adriatica e, a Ovest, dai depositi alluvionali della Valle del Tevere.

Lo indicano chiaramente le mappe elaborate dal servizio “Hai sentito il terremoto?” dell’Ingv. Nelle mappe colpiscono i pochi contatti nelle zone dell’epicentro, ha osservato la sismologa: “questo di solito accade quando avvengono terremoti molto forti. In questo caso, invece, è un segno che nelle zone colpite la vita non è ripresa in modo normale”.

Anche questo terremoto, come tutti gli altri legati a questa sequenza, è stato generato da un meccanismo di tipo estensionale, una sorta di ‘stiramento’ della crosta terrestre in corrispondenza dell’Appennino con un conseguente allargamento dell’Italia Centrale. La magnitudo era stata inizialmente calcolata in automatico in 4,2 (magnitudo locale). Come sempre avviene, sono stati eseguiti ulteriori calcoli dai sismologi che hanno indicato la magnitudo in 4,0 (magnitudo momento).

Era dal 20 luglio 2017 che nella zona interessata dalla sequenza del 24 agosto 2016 non si registrava un terremoto di questa magnitudo, ha rilevato Margheriti, riferendosi al sisma di magnitudo di 4,2 avvenuto a 3 chilometri da Campotosto. “Non stupisce che la sequenza del 24 agosto sia ancora attiva”, ha detto ancora, perché il sisma più forte di quella sequenza, quello di magnitudo 6,5 avvenuto il 30 ottobre 2016, è stato il più violento registrato in Italia dopo il terremoto in Irpinia del 1980.

“Considerando la densità dell’attuale rete di rilevamento non sorprende che continuiamo a registrare una generale attività in quella zona”. Non stupisce nemmeno, quindi, l’arrivo di una scossa significativa come quella avvenuta nella notte fra il 3 e il 4 dicembre ad Amatrice, “né sorprende che la sismicità continui a essere attiva a distanza di un anno”. Questo significa che “l’attenzione va mantenuta alta”, ha concluso la sismologa riferendosi ai lavori per la ricostruzione.

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