Facebook apre ad under 13, lancia l’app Messenger Kids

Facebook lancia Messenger Kids - Foto: Facebook Newsroom
Facebook lancia Messenger Kids – Foto: Facebook Newsroom

 

 


ROMA. – Nella corsa al prossimo miliardo di utenti Facebook guarda ai bambini di oggi, futuri teenager e papabili fruitori dei suoi servizi. Con una mossa che probabilmente farà discutere, il social da oltre due miliardi di iscritti apre per la prima volta anche agli ‘under 13’ che di regola non potrebbero accedere alla piattaforma. Lo fa lanciando una chat per bambini che, assicura, sarà sotto il pieno controllo dei genitori.

La novità si chiama Messenger Kids ed è una versione semplificata della popolare chat di Facebook, per ora partirà in anteprima negli Stati Uniti su iPhone e iPad. La nuova applicazione, sottolinea la compagnia, non richiede un’iscrizione dei bambini al social network né un loro numero di cellulare, ma si utilizzerà tramite l’account dei genitori e funzionerà con rete WiFi. Insomma, saranno mamma e papà ad autorizzarne l’uso e a decidere con quali contatti i loro figli potranno scambiare messaggi e lanciare videochat, anche di gruppo.

La chat sarà condita di emoji e adesivi pensati per i più piccoli, non prevede pubblicità, né la possibilità di fare acquisti, i bambini avranno la possibilità di bloccare dei contatti ma non potranno far sparire i messaggi o nasconderli nel caso in cui i genitori volessero controllarli.

L’iniziativa nasce come strumento di comunicazione familiare tra figli e genitori, nonni e nipoti, anche a detta del product manager di Facebook Loren Cheng. Ma l’esperienza insegna che quando i bambini sono coinvolti nel digitale va alzata la soglia di attenzione. Giocattoli connessi a internet, persino ‘baby monitor’, hanno rivelato pericolose falle esponendo i bambini alla mercé di hacker e pedofili.

Non nascondono meno pericoli servizi online e applicazioni che, in numero sempre crescente, si rivolgono esplicitamente ad un pubblico di giovanissimi. YouTube, ad esempio, ha già lanciato la sua versione ‘Kids’ filtrata per i più piccoli che ha pero’ scatenato polemiche in Usa e Regno Unito. Ora la società è alle prese con i casi di video con contenuti violenti, non appropriati e di commenti osceni ai filmati con minori.

Questa estate, è spuntata l’app per teenager Sarahaha, diventata in poco tempo da tormentone a piazza virtuale per cyber-bulli. A lanciare anatemi contro le piattaforme digitali non sono solo esperti ed associazioni dei genitori ma anche alcuni insospettabili. Come Sean Parker, ex presidente di Facebook.

“Dio solo sa cosa fanno i social network al cervello dei nostri bambini”, ha detto di recente sottolineando che queste piattaforme “approfittano delle vulnerabilità della psicologia umana” con un meccanismo che crea dipendenza come una droga. Questi temi sono anche all’attenzione della scienza.

Un recente studio di ricercatori sudcoreani ha evidenziato uno squilibrio nella chimica del cervello dei ragazzi che sono dipendenti da smartphone e internet. Elemento che secondo gli studiosi può predisporre i teenager a maggior depressione, ansia e sonnolenza.

(di Stefania Passarella/ANSA)

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