Biotestamento prima dello Ius soli, è scontro al Senato

L'aula del Senato in una foto d'archivio. ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI
L’aula del Senato nel corso della discussione della legge elettorale, Roma 24 ottobre 2017. ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI

 


ROMA. – Il biotestamento “scala” il calendario dei lavori dell’Aula del Senato e passa al primo punto dell’ ordine del giorno. Ma è profonda la frattura che si apre tra le forze politiche ormai in campagna elettorale. Pd e M5S rivendicano il risultato raggiunto in Conferenza dei Capigruppo. Mentre Mdp e SI, ormai fuse nella lista “Liberi e uguali”, pur condividendo il ddl sul fine vita, contestano lo slittamento in coda al calendario dello ius soli (“Il che significa che non si farà più…” commenta Gian Marco Centinaio).

Lega, “Federazione della Libertà” e FI criticano la scelta, annunciano il voto contrario e rilanciano proponendo di esaminare prima la riforma del Regolamento del Senato sul quale c’è accordo trasversale. Il rischio, si osserva, è che se sul biotestamento dovesse “andare per le lunghe” (solo il Carroccio annuncia 1820 emendamenti) la riforma del Regolamento potrebbe saltare.

E’ vero che è il secondo tema all’odg, ma nella maggioranza si sottolinea come i renziani potrebbero non dispiacersi dell’eventuale fallimento anche per non lasciare a Grasso, ormai leader di partito, la “medaglia” di una riforma importante che alla Camera non si è riusciti a fare e che potrebbe dimostrare come non fosse necessario stravolgere la Costituzione per far funzionare il bicameralismo perfetto.

In più, alla luce del “Rosatellum” che potrebbe non determinare una netta maggioranza di governo, l’ idea che ci possa ancora essere la frammentazione dei gruppi parlamentari potrebbe non dispiacere a molti. A questo si aggiunga che, nonostante l’ottimismo del capogruppo Dem Luigi Zanda che descrive un calendario d’Aula fittissimo: dal ddl sugli orfani di femminicidio a quello per i testimoni di giustizia, fino al libro bianco della Difesa e al testo per la deradicalizzazione dello jihadismo, i giorni di lavoro effettivo sono davvero pochi: più o meno 4.

Il 7, infatti, l’Assemblea non si riunisce per dare la possibilità alla commissione Affari Costituzionali di concludere il lavoro sui collegi elettorali e il 13 ci sono le comunicazioni di Gentiloni sul prossimo Consiglio Ue e le votazioni per le elezioni dei Consigli di presidenza della magistratura contabile e tributaria. Il lunedì e il venerdì solitamente non c’è seduta e il 19 è attesa la legge di Bilancio di ritorno dalla Camera.

In più l’ ostruzionismo sul biotestamento è già partito: il voto sulle pregiudiziali, previsto da Grasso per stasera, slitta a domani per “colpa” di lunghi interventi delle opposizioni e anche di Ap che sarebbe irritata non solo per il blitz sul fine vita, ma anche perché vede a rischio la riforma sulle professioni sanitarie della ministra Lorenzin.

Un clima teso ben visibile nella Capigruppo dove alla fine l’accelerazione sul biotestamento sembra quasi un “compromesso” tra chi voleva lo ius soli subito e chi non lo voleva affatto. Un compromesso mediato da Grasso che lo ius soli nella bozza di calendario neanche lo aveva inserito, nonostante la battuta che Centinaio gli riserva in Aula (“Contento che non sia passata la sua proposta sullo ius soli al primo punto…”) sulla quale il presidente del Senato ironizza (“Grazie per avermi attribuito l’iniziativa..”).

Domani alle 14 il termine per la presentazione degli emendamenti.

(di Anna Laura Bussa/ANSA)