Fisco: la Guardia di Finanza riscrive le regole, nuovo Manuale antievasione

Agenti della Guardia diFinanza controllano faldoni e documenti d'archivio.
Agenti della Guardia diFinanza controllano faldoni e documenti d'archivio.

 


ROMA. – Le grandi evasioni fiscali e i capitali trasferiti nei paesi off shore, un maggiore coordinamento con l’Agenzia delle entrate e un rapporto con i cittadini basato su semplificazione e regole chiare. A dieci anni dall’ultimo intervento, la Guardia di Finanza riscrive le regole per la lotta all’evasione e alle frodi fiscali. Lo fa con il nuovo ‘Manuale operativo’, che ha visto al lavoro per un anno ufficiali e ispettori del Corpo e che entrerà in vigore a partire dal 1 gennaio del 2018: un testo di 1.200 pagine diviso in tre volumi che ridisegna completamente come debbano comportarsi i finanzieri nell’esecuzione delle verifiche, dei controlli e delle indagini fiscali.

“In un contesto generale caratterizzato da profondi cambiamenti nel sistema tributario nazionale ed internazionale e da un’economia sempre più globale e digitale, la Gdf si dota di nuove direttive operative per la propria azione a contrasto dell’evasione e delle frodi fiscali economico-finanziarie” scrive nella prefazione il comandante generale Giorgio Toschi.

L’obiettivo è chiaro per un Corpo che punta ad essere “sempre in prima linea nella difesa dei valori di legalità, equità e trasparenza”: “aumentare – spiega ancora Toschi – la capacità della Gdf di incidere in maniera sempre più concreta, effettiva e sostanziale sui gravi e diffusi fenomeni di illegalità fiscale e di criminalità economico-finanziaria che, oltre a sottrarre alla collettività ingenti risorse, incidono pesantemente sulle prospettive di crescita dell’intero sistema Paese”.

Le nuove regole nascono dalla fusione delle esperienze maturate nel corso delle complesse indagini contro società fantasma e grandi evasioni fiscali, patrimoni trasferiti nei paradisi fiscali e frodi carosello, con quelle emerse nell’azione quotidiana di controllo del territorio. E dall’utilizzo sempre più efficace di tutti gli strumenti investigati a disposizione.

“Il leitmotiv del Manuale – spiegano dal III reparto del Comando generale, dove sono stati coordinati i lavori per la realizzazione del documento – è maturare una più elevata capacità di individuare gli obiettivi in modo mirato e selettivo, anche attraverso la maggiore integrazione fra metodi di investigazione propri della polizia giudiziaria e tecniche investigative e di analisi dei bilanci e dei flussi finanziari utilizzati nelle verifiche fiscali.

Capacità che nasce proprio dalle esperienze maturate in anni di indagini e di sviluppo di notizie e dati che ci arrivano dal controllo del territorio, dalle altre forze di polizia, dall’attività antiriciclaggio e dall’incrocio delle banche dati, visto che abbiamo a disposizione oltre 40 applicativi”.

Tante le novità contenute nel Manuale. Dalle disposizione tecniche su come effettuare le verifiche al ruolo di ciascun componente della squadra cui spettano i controlli; dalla normativa di riferimento su frodi fiscali, evasione, Iva, volontary disclosure, sequestri e confische, a come tutelare il contribuente e la sua privacy.

“In cima alle priorità restano il contrasto alle frodi fiscali e alla grande evasione internazionale – ribadiscono ancora dal III Reparto – realizzabile attraverso fittizie residente all’estero di persone fisiche o società” o anche “mediante la manipolazione dei prezzi tra società appartenenti a gruppi multinazionali per trasferire la ricchezza nei Paesi a fiscalità più mite, in attuazione di insidiosi schemi di ‘pianificazione fiscale aggressiva’.

” Cosa è? “Si tratta di manovre imprenditoriali che non rispondono a finalità di tipo economico, essendo sostanzialmente orientate a consentire indebiti risparmi fiscali. Si costituiscono ad esempio in paesi dalla fiscalità più mite società che sono tali solo dal punto di vista formale, con personale quasi inesistente e nessuna autonomia finanziaria. Scatole vuote che non vengono costituite per effettive esigenze imprenditoriali quanto per avere un vantaggio tributario”.