Mattarella: “Rispettate le regole anticrisi, Ue guardi avanti”

II Presidente Sergio Mattarella alla cerimonia di conferimento del Dottorato honoris causa dell'Università di Porto (Ufficio Stampa Quirinale)
II Presidente Sergio Mattarella alla cerimonia di conferimento del Dottorato honoris causa dell’Università di Porto (Ufficio Stampa Quirinale)

 

 


OPORTO. – L’Italia ha fatto i compiti a casa, le regole economiche europee sono state rispettate e la crisi è di fatto superata. Ora Bruxelles guardi avanti, ritrovi slancio e coesione partendo dai bisogni dei cittadini e puntando ai “giovani Erasmus”, veri protagonisti di un’Europa 2.0 che non si può fermare.

Sergio Mattarella chiude la sua visita in Portogallo – ultima all’estero di questa legislatura – con un discorso all’università di Oporto che sintetizza tutto il suo pensare in chiave europea e lascia capire quanto il presidente della Repubblica sia già proiettato sulle prossime elezioni politiche e, soprattutto, sulla successiva formazione di un nuovo governo. Compito che non si annuncia agevole e che potrebbe richiedere più tempo che in passato.

Proprio al centro di questo percorso gibboso la Commissione europea potrebbe inserire l’ostacolo di una manovra di primavera che potrebbe essere chiamato a gestire Paolo Gentiloni. Meglio quindi se il presidente del Consiglio riuscisse a gestire tutti questi passaggi non troppo indebolito. Ecco perchè il presidente preferirebbe uno scioglimento delle Camere senza una sfiducia parlamentare (ipotizziamo su un provvedimento come lo ius soli) o dimissioni formali del premier.

Ed ecco perchè Mattarella dal Portogallo ricorda alla Commissione che l’Italia non è un alunno indisciplinato e che adesso deve partire una fase nuova in Europa. “La crisi appare finalmente alle nostre spalle e Portogallo e Italia stanno dimostrando come il rispetto delle regole, declinato alla luce delle rispettive realtà economiche nazionali, sia stato in grado di produrre solidi risultati in termini di crescita e riduzione della disoccupazione”, ha spiegato dal Portogallo, Paese anch’esso uscito dalla crisi e che oggi ha il vento in poppa della ripresa dopo anni durissimi passati a rispondere alle condizioni della Troika Ue.

Parole che non sono piaciute a Matteo Salvini che dall’Italia ha così polemizzato con il Quirinale: “Mattarella dice che la crisi è finita? Ma su quale pianeta vive? Con 18 milioni di cittadini a rischio povertà ed esclusione, non bisogna prendere in giro la gente per compiacere i burocrati di Bruxelles..”.

Ma da mesi e mesi il presidente chiede un “salto di qualità” mettendo l’accento sulla parola “crescita”. Non è però “una strada facile ed è illusorio pensare che, per farlo, esistano ricette precostituite, pronte all’uso, di meccanica esecuzione”, sottolinea. Ma è proprio dalle crisi che l’Unione ha saputo trovare la forza di andare avanti, di “superare le fasi di temporanea paralisi, facendo crescere il progetto europeo”.

Bisogna pensare ai cittadini, a ricucire il tessuto sociale del vecchio continente e pensare alle nuove generazioni. Quelle generazioni Erasmus che hanno assimilato sul campo i benefici del “progetto europa”, che hanno nel dna l’ostilità ai muri e ai confini. “Ai giovani europei è ormai estranea la concezione di un’Europa divisa da confini e da barriere doganali. Gli Erasmus sono davvero gli autentici protagonisti di una Europa 2.0”.

Al punto tale che bisogna allargare ancor più le maglie costruendo un vero network universitario europeo rendendo fruibile a tutti il concetto di istruzione permanente, un continente dove studio e ricerca siano davvero comuni.

Dell’inviato Fabrizio Finzi/ANSA)

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