Ap si prepara alla scissione. Lupi lavora alla “quarta gamba”

Lupi e Alfano.
Maurizio Lupi e Angelino Alfano.

 

 


ROMA. – “Una separazione consensuale, civile, tra amici”. All’indomani del passo indietro di Angelino Alfano è questo, soprattutto, l’obiettivo a breve termine di Ap, in vista di una direzione che lunedì, salvo colpi di scena, decreterà la fine del partito. Un partito nel quale già si pensa al dopo: il coordinatore Maurizio Lupi – assieme al vice Antonio Gentile – lavora a quella cosiddetta “quarta gamba” che potrebbe anche essere presentata la settimana prossima mentre una parte dei centristi, con Beatrice Lorenzin in testa, ha ormai stabilito di guardare al Pd e alla “coalizione di governo”.

Al momento si naviga a vista. Sabato una riunione ristretta proverà a sminare il terreno in vista della Direzione alla quale sono attese le dimissioni di Alfano anche da presidente. Sul futuro politico del ministro in pochi hanno certezze: c’è chi osserva che “aspetterà un giro” in attesa delle Europee 2019 e chi, comunque, si dice convinto che tornerà in campo a breve, magari alla fine di una legislatura che potrebbe essere più breve del previsto. Ma tutti, in Ap, oggi applaudono la sua “prova di responsabilità”.

Lunedì, tuttavia, a tenere banco sarà la fine del matrimonio tra chi ha considerato un’eccezione l’alleanza di governo, non smettendo di guardare ad un’area di centrodestra e chi invece, per dirla alla Sergio Pizzolante, punta ad una battaglia elettorale tra “riformisti e populisti”. Sarà Beatrice Lorenzin, probabilmente, la guida di quest’area di centro legata al Pd e che, in tal caso, dovrebbe vedere un passo di lato di Pier Ferdinando Casini, attuale leader dei Centristi per l’Europa. Al momento, questa parte di Ap sembrerebbe numericamente minoritaria e comprenderebbe i siciliani Giuseppe Castiglione e Dore Misuraca, oltre a Fabrizio Cicchitto.

E’ Lupi a condurre l’altra parte verso una “quarta gamba” che, secondo il coordinatore, potrebbe anche correre da sola. Gli ingredienti, tuttavia, sono ancora incerti. Probabile è l’accordo con Raffaele Fitto (che oggi ha visto Lupi) mentre resta da capire l’atteggiamento dell’Udc – “gelosa” del suo scudocrociato – e quello delle sigle (da Fare a Idea) che ruotano attorno all’ex ministro Enrico Costa.

I nodi, a cominciare da un certo sovraffollamento dei candidati di centrodestra in Lombardia, non sono pochi. E c’è da valutare se e quale ruolo avrà Stefano Parisi su un polo di centro che, in caso di mancato accordo, rischia di avere troppe gambe. Silvio Berlusconi – atteso mercoledì alla presentazione del libro di Bruno Vespa – non mette veti alla quarta gamba e sarebbe pronto ad assicurargli una rappresentanza in Parlamento anche in caso di mancato 3%.

Il Cavaliere, forte di un trend elettorale positivo, pensa – racconta chi lo ha sentito – già a come governare con una coalizione che vede, in queste ore, un riavvicinamento tra FI, Lega e Fdi. “Con Berlusconi c’è stato un confronto, tutto bene”, spiega Matteo Salvini confermando il vertice di Natale al quale parteciperà anche Giorgia Meloni.

Ma nella strategia dell’ex premier una “quarta gamba”, se avesse una certa solidità, gli permetterebbe di arrivare fin oltre il 25%, aumentando il suo peso rispetto a quello leghista. E puntellando una maggioranza di governo nella quale FI non vuole abdicare dall’avere un ruolo guida.

(di Michele Esposito/ANSA)