Centrodestra prepara il “patto di Natale”. Ap verso la scissione

Nella foto Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini
Quando il Centrodestra si presentava unito: Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini
Nella foto Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini

 

 


ROMA. – Forte dei sondaggi che attestano il centrodestra sempre avanti nella corsa per la vittoria e Forza Italia primo partito della coalizione, Silvio Berlusconi si prepara a chiudere prima della pausa natalizia l’accordo con gli alleati. Certo, le distanze tra le tre ‘anime’ del centrodestra non mancano. Anzi, sembrano rafforzarsi nelle ambizioni post elettorali.

Dentro Forza Italia non si rinuncia all’ipotesi che in caso di stallo si possano rispolverare le larghe intese (l’esempio della Merkel in Germania aiuta) mentre Lega e Fdi bocciano ogni soluzione ‘inciucista’. Il segretario del Carroccio continua a chiedere un accordo nero su bianco al Cavaliere e boccia senza appello Carlo Calenda, ennesimo nome nella rosa dei papabili presidenti del Consiglio graditi ad Arcore.

La trattativa entrerà nel vivo martedì della prossima settimana con la riunione degli sherpa che si occupano del programma mentre a ridosso del Natale (manca ancora una data ufficiale) si incontreranno i tre leader. Per quell’occasione sarà anche più chiaro il destino di Area Popolare dopo il passo indietro di Angelino Alfano.

Già perché l’intenzione del leader di Forza Italia è quella di presentarsi agli alleati forte del sostegno della cosiddetta ‘quarta gamba’ in cui dovrebbero confluire diversi protagonisti che orbitano da sempre nell’area del centrodestra tra cui le truppe centriste di Area Popolare che fanno riferimento a Maurizio Lupi.

La situazione sarà più chiara lunedì quando è convocata la riunione di Ap in cui i dirigenti dovranno decidere cosa fare dopo la decisione del ministro degli Esteri di fare un passo indietro. La tensione è alta e il rischio che l’esperienza si concluda con una scissione sembra ormai nelle cose nonostante Beatrice Lorenzin, che in molti guardano come l’ufficiale di collegamento con il Pd di Matteo Renzi, getti acqua sul fuoco:

“Io dico che non ci saranno scissioni – è la convinzione del ministro della Salute – prenderemo ogni decisione lunedì, ma io sto lavorando per l’unità, perché si faccia una scelta a favore dell’Italia e coerente con il riformismo di questi anni”.

La Lorenzin pensa ad una continuità con ciò che Ap è adesso: una forza che si è affiancata al governo di centrosinistra e ne ha sostenuto le politiche, a vantaggio del Paese. Difficile però che si arrivi ad una soluzione che metta d’accordo tutti. La speranza di molti dentro il partito, se si dovesse arrivare ad una scissione, è che sia il più possibile indolore.

Ecco perché, tra le exit strategy prese in considerazione, c’è anche quella di rispolverare il vecchio simbolo di Ncd per chi dovesse andare con il centrodestra e lasciare il simbolo di Ap (la proprietà è di Alfano) con la pattuglia che guarda invece ad un’intesa con i Dem.

Ad incidere nella discussione sarà sicuramente l’intervento di apertura di Alfano. Fonti parlamentari del partito fanno sapere che il leader di Ap vuole esercitare una moral suasion per l’unità. Ma se quest’ultima dovesse andare a vuoto, il ministro degli Esteri si chiamerà fuori dalla contesa, per evitare contrapposizioni con l’una o l’altra parte.

(di Yasmin Inangiray/ANSA)