Accordo Brexit positivo per gli italiani, manterranno gli stessi diritti

La Primo ministro inglese Theresa May con il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker. EPA/OLIVIER HOSLET

 

La Primo ministro inglese Theresa May con il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker. EPA/OLIVIER HOSLET

 


ROMA. – Gli italiani in Gran Bretagna “manterranno gli stessi diritti di oggi nel momento in cui la Brexit diventerà realtà: si applicherà pienamente la non discriminazione e verrà assicurata loro la piena parità di trattamento”. Il giorno dopo il primo accordo sull’uscita di Londra dalla Ue è soddisfatto Sandro Gozi, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega agli Affari europei, che in un’intervista all’ANSA valuta molto positivamente i “grandissimi passi avanti” che garantiranno ai connazionali un futuro senza incertezze.

“A Londra ha prevalso la ragione”, afferma Gozi, che ricorda i colloqui in settembre con le comunità italiane del Regno Unito e il lavoro comune con la ‘controparte’ britannica David Davis, segretario di Stato per la Brexit nel governo di Theresa May. E sottolinea “l’importanza del dialogo” con i connazionali assieme alla “rapida reazione di Davis, che ha subito affrontato alcuni nodi che preoccupavano gli italiani”.

“E’ molto importante – spiega Gozi – che ci sia un automatismo tra il loro status attuale” e quello futuro. “Era una richiesta molto forte e abbiamo rimosso tutte le possibili incertezze”. Altro punto cardine è il riconoscimento del “diritto al ricongiungimento familiare”. Ovviamente, aggiunge Gozi, “veglieremo affinché anche nell’elaborazione delle norme specifiche che dovranno dare attuazione a questo accordo tutto questo venga garantito”.

“Molto importante – per Gozi – anche anche l’intesa di massima sui criteri per calcolare gli obblighi finanziari del Regno Unito, l’ammontare di denaro che dovrà all’Ue fino al 2020 ma in realtà anche oltre”. Anche da questo punto di vista “a Londra ha prevalso la ragione e sono state inutili le sparate e le dichiarazioni strampalate di questo o quel membro di governo sul fatto che non c’era nessun obbligo”.

Ragionando di Ue, a Gozi preme ricordare i buoni risultati dell’Italia sul fronte infrazioni, scese a quota 62. “Le abbiamo quasi dimezzate e siamo molto più virtuosi della Germania, della Francia, della Spagna. Secondo la Commissione, l’Italia è il Paese che ha fatto la migliore performance nella riduzione delle infrazioni”.

Nel 2014 “abbiamo trovato una situazione disastrosa con 121 infrazioni”, ricorda Gozi, secondo il quale “è evidente che chi ci aveva preceduto, anche nei governi Monti e Letta, non aveva affatto preso sul serio questo aspetto fondamentale per la credibilità e l’influenza dell’Italia in Europa”.

“Se si è la maglia nera dell’illegalità europea si perde credibilità quando si chiede di cambiare le politiche e le regole”. E anche se c’è ancora “del lavoro da fare, il cambio di passo che ci ha portato, in termini relativi, ad essere maglia rosa, è stato radicale”.

(di Eloisa Gallinaro/ANSA)

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