Carabinieri: compie un secolo la presenza dell’Arma in terra Santa

Carabinieri in terra Santa
Carabinieri in terra Santa

 


ROMA. – Compie un secolo la presenza dei Carabinieri in Terra Santa: era infatti il 12 dicembre del 1917 quando 150 militari della Benemerita giunsero a Gerusalemme. Facevano parte del corpo di spedizione italiano che doveva affiancare quello inglese per contrastare l’esercito ottomano. Oggi sono, invece, presenti con due missioni essenzialmente di addestramento, a Hebron e Gerico.

I carabinieri di un secolo fa vestivano l’uniforme da campagna della prima guerra mondiale; al posto degli stivali avevano le “fasce mollettiere” e, in testa, la lucerna grigioverde. Obiettivo del corpo di spedizione quello di dare stabilità all’area a nord del Mar Morto. Il distaccamento dei carabinieri della Palestina affrontò un viaggio lungo e difficile per arrivare a Gerusalemme. Lo sbarco a Tobruk, sulla costa libica, il trasferimento logistico a Gaza e da lì, a piedi, l’ultimo tratto di strada che li portò ad entrare nella Città Santa tra l’11 e il 12 dicembre 1917.

Vigilanza ad obiettivi sensibili, acquedotti, strutture ferroviarie, luoghi sacri come, appunto, il Santo Sepolcro erano solo alcune delle loro mansioni. La presenza della Benemerita in Cisgiordania proseguì fino al 1921. L’attività dell’Arma in queste terre – come ricordano al Comando generale – è ripresa negli ultimi anni.

Alle soglie del 2018 sono due le missioni attive nell’area: la Miadit (Missione addestrativa italiana), con base a Gerico, e la Tiph che opera a Hebron. La prima ha il compito di formare le forze di sicurezza palestinesi affinché imparino a gestire e a prevenire derive terroristiche di gruppi criminali. La Tiph (Temporary international presence in Hebron) è invece una missione voluta dall’Onu affinché i carabinieri italiani, assieme a rappresentanti di altre nazioni, favoriscano il dialogo tra i palestinesi e gli israeliani che convivono nella difficile realtà di Hebron.

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