Pd attacca Grasso, Renzi stringe su liste e simbolo

Grasso presenta il simbolo di "Liberi e Uguali"
Grasso presenta il simbolo di “Liberi e Uguali”

 


ROMA. – Matteo Renzi al lavoro per definire entro mercoledì le intese con le liste alleate e il simbolo della lista di sinistra alleata, dove non comparirà il suo nome. Nel frattempo infuria la polemica a sinistra tra il Partito democratico e Liberi e Uguali, all’indomani dell’esordio televisivo di Pietro Grasso nelle vesti di leader politico.

I dem contestano al presidente del Senato la “grave violazione” del pluralismo e della par condicio di aver presentato il simbolo del nuovo partito ora in una trasmissione Rai. Il presidente replica serafico: “Noi portiamo avanti un progetto, non ci occupiamo di attaccare gli altri o di fare degli scontri”.

Intanto il segretario dem Matteo Renzi, che ha deciso di non inserire il suo nome sul simbolo del Pd, proprio con l’obiettivo di stringere su liste, ha incontrato a lungo il leader Verde Angelo Bonelli, che nelle prossime ore dovrebbe decidere se confluire insieme ai Socialisti, ad alcuni prodiani ed esponenti ex Cp, nella lista a sinistra del Pd.

Intanto, Alleanza Popolare, lacerata nel profondo, è al lavoro per trovare “una soluzione consensuale” su come andare avanti. Ma è nota la divisione tra chi guarda al centrodestra, chi pensa a una corsa solitaria e chi da tempo, come Fabrizio Cicchitto e Beatrice Lorenzin, è pronto all’intesa con i democratici. Sullo sfondo la lista radicale, che attende che si chiarisca la questione delle firme per potersi presentare alle elezioni.

Nel frattempo, la tensione a sinistra, rinfocolata dalle polemiche successive all’intervista di Pietro Grasso, negli studi di “Che Tempo che fa”. Michele Anzaldi (Pd), a caldo, ha contestato la scelta del presidente del Senato di presentare il simbolo del nuovo partito in favore di telecamere, parlando di “violazione gravissima” e chiedendo l’intervento di Agicom. “L’ardore da “sentinella del renzismo” – gli replica Miguel Gotor (LeU) – spinge Anzaldi ad attacchi e critiche scomposti al Presidente del Senato”.

Un’altra bufera, soprattutto sui social, scoppia sul presunto paragone, che in effetti Grasso non ha fatto, tra le ‘foglioline’ che costituiscono la congiunzione tra Liberi e Uguali, e le donne. Pd attacca, accusando LeU di scarsa attenzione alle donne e l’hashtag #foglioline, per ore è in testa ai trend topic.

Ma gli attacchi riguardano anche la scelta di inserire il nome Grasso nel nuovo simbolo. “Hanno accusato @matteorenzi per anni di volere il #PdR, il partito personalistico, contrario alla tradizione della sinistra doc, poi – scrive Emanuele Fiano su twitter – sono usciti e hanno fondato il #PdG, il partito di #Grasso con il cognome nel simbolo, più foglioline per le donne. Ma se è contro Renzi tutto bene”.

“Reazioni al limite dell’isterismo – replica il leader Si, Nicola Fratoianni – che dimostrano il grande nervosismo tra i dem”. Scintille anche all’interno del Pd: “Orlando – attacca il capogruppo Ettore Rosato – ha detto che spera che il Pd non divenga partito di Renzi? Il Pd è il partito dei suoi militanti, forse lui avrebbe voluto fosse il partito di Orlando, ma il progetto è sfumato…”. Secca la replica del Guardasigilli: “Spero sia un fake che parla a nome del presidente del gruppo parlamentare dei deputati #eccessodizelo”.

(di Marcello Campo/ANSA)

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