A Parigi nasce nuova coalizione: asse Gentiloni-Macron-Merkel

Emmanuel Macron, Paolo Gentiloni e Angela Merkel. / AFP PHOTO / Filippo MONTEFORTE

 


PARIGI. – Sconfiggere il terrorismo e contribuire alla stabilizzazione dei Paesi africani, magari fermando anche il traffico di esseri umani nel Mediterraneo: è l’obiettivo della nuova “coalizione” lanciata a Parigi nel vertice tra il presidente Emmanuel Macron, il premier Paolo Gentiloni e la cancelliera tedesca, Angela Merkel, con gli omologhi dei Paesi del G5 Sahel – Burkina Faso, Ciad, Mali, Mauritania e Niger – oltre che diversi attori internazionali.

Nella conferenza stampa conclusiva nel castello di La Celle Saint-Cloud, alle porte di Parigi, Gentiloni, che domani sarà a Bruxelles per il consiglio Ue, ha salutato “una decisione molto importante per l’Africa, per l’Europa e per il Mediterraneo”.

Un riferimento, quello del premier, al lancio della forza militare comune del G5 Sahel per la quale Macron ha annunciato fondi aggiuntivi da parte di partner del Golfo. “Il nostro obiettivo è chiaro: vittorie militari già dal primo semestre 2018”, ha affermato Macron, spingendo per ulteriori sforzi finanziari da parte di Paesi e organizzazioni partner.

Mentre la Merkel ha spiegato che “non possiamo permetterci di aspettare” perché “il terrorismo si propaga rapidamente” ed è “urgente” agire. Per funzionare, la FC-5GS – questo il nome in codice della forza africana – ha bisogno di un bilancio totale di 250 milioni di euro.

ll francese padrone di casa ha riferito che 100 milioni di euro aggiuntivi verranno stanziati dell’Arabia Saudita e altri 30 milioni dagli Emirati Arabi Uniti, fondi che si aggiungono ai 60 milioni di dollari e ai 50 milioni di euro promessi rispettivamente da Usa e Ue.

Almeno in un primo tempo, i militari del G5-Sahel continueranno ad essere affiancati dai quattromila soldati francesi dispiegati sul terreno nel quadro dell’operazione Barkhane, ma la speranza di Macron è riportare progressivamente a casa i soldati transalpini e lasciare il campo agli africani.

Gentiloni ha spiegato che l’impegno italiano in Sahel partirà, previo voto del Parlamento, “nelle prossime settimane”, con una missione di addestramento in Niger. Ogni ulteriore iniziativa – ha precisato – dovrà comunque essere collegata “all’andamento” delle missioni su altri teatri operativi, a cominciare da quello in Iraq, dove sono presenti “circa mille militari ed è possibile che una parte di queste forze non siano più indispensabili nel prossimo periodo”.

Per lui, lo sforzo italiano nel Sahel ha un “interesse nazionale, oltre che europeo” anche perché è direttamente legato al nodo dei migranti in Libia e nel Mediterraneo. La forza G5-Sahel dispone di un quartier generale a Sévaré, nel centro del Mali e di due centri di comando a Niamey e in Mauritania, l’obiettivo è che possa essere operativa tra qualche mese.

(di Paolo Levi/ANSA)