Biotestamento, medici cattolici: “Ci sarà obiezione”

Esultanza e commozione di Mina Welby (S) e Emma Bonino (d) e dei rappresentanti dell'associazione ''Luca Coscioni'' in Senato dopo il voto su ''norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento'', Roma 14 dicembre 2017. ANSA/GIUSEPPE LAMI
Esultanza e commozione di Mina Welby (S) e Emma Bonino (d) e dei rappresentanti dell’associazione ”Luca Coscioni” in Senato dopo il voto su ”norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento”, Roma 14 dicembre 2017. ANSA/GIUSEPPE LAMI

ROMA. – “Un forte probabilità di ricorso all’obiezione di coscienza”. A prevederlo, nel giorno dell’approvazione della legge sul Biotestamento, è il vicepresidente dell’Associazione medici cattolici italiani (Amci), che conta oltre 4mila medici iscritti, Giuseppe Battimelli, esprimendo “rammarico e contrarietà” per il via libera definitivo alla norma.

Una posizione espressa anche dal presidente dell’associazione, Filippo Maria Boscia, ma dalla quale si dissociano i medici cattolici di Milano, che invece “salutano con favore” la normativa approvata. “E’ chiaro che valuteremo caso per caso le volontà espresse dal paziente, ma prevedo un forte margine nel ricorso all’obiezione di coscienza da parte dei medici cattolici – ha spiegato Battimelli – anche se nella legge tale possibilità non è esplicitata chiaramente.

L’obiezione di coscienza, prerogativa e valore da sempre gelosamente custodita dalla classe medica, non sembra infatti esplicitamente enunciata nel testo. Ad ogni modo, ci sarà obiezione se le richieste e le volontà del paziente si configureranno come atti che possono essere contrari alla legge o al Codice deontologico dei medici, in particolare rispetto alla eventuale richiesta di interruzione dell’idratazione e nutrizione artificiali. Tali pratiche, infatti, finchè risultano proporzionali rispetto allo stato del paziente devono essere sempre garantite al malato e non vanno sospese se dal loro stop può derivare direttamente la morte del paziente”.

Infatti, rileva, “desta notevole difficoltà la definizione dell’idratazione e dell’alimentazione artificiale come trattamenti sanitari che si possono rifiutare o sospendere sempre e comunque e senza giustificazione alcuna, non tenendo conto delle condizioni cliniche dell’ammalato e se risultino utili ai benefici attesi”.

Ma l’Amci contesta anche un altro punto della legge: “L’esclusione della possibilità di sottrarsi all’applicazione della legge da parte di strutture sanitarie private accreditate che hanno un codice etico difforme dai principi della legge stessa, costringendole all’obbligatorietà – sostengono Battimelli e Boscia – appare francamente incostituzionale”.

Ma il fronte dei medici cattolici non è unitario. Si dissociano infatti i medici di Milano che “salutano con favore” la norma e osservano che “la mediazione trovata a livello parlamentare risponde in più parti al documento promosso da Amci Milano sul tema disposizioni anticipate pubblicato nel 2009 anche sul tema alimentazione-idratazione”.

La legge, afferma Alberto Cozzi, presidente della Sezione Amci di Milano, “dice un no chiaro all’eutanasia e va ben oltre l’accanimento terapeutico. L’obiezione del medico non si pone perché il medico – conclude – può disattendere le Dichiarazioni anticipate di trattamento Dat quando sono palesemente incongrue”.

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