Manovra: più risorse alle Regioni, arriva il “salva-Napoli”

Usa: Ragazzi camminano davanti ad un tabellone con la scritta "Jobs"
Ragazzi camminano davanti ad un tabellone con la scritta "Jobs"

 


ROMA. – Gli enti locali possono tirare un sospiro di sollievo per il prossimo anno. Nell’esame parlamentare della manovra sono state trovate le risorse per limitare i tagli ai bilanci delle Regioni e sono in via di definizione anche quelle destinate a Province e città metropolitane. I Comuni che rischiano il default avranno invece un arco di tempo più lungo per ripianare gli squilibri finanziari, anche nel caso in cui abbiano già ricevuto, come nel caso di Napoli, l’avvertimento della Corte dei Conti.

Come annunciato e come ratificato anche dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, il governo ha stanziato il prossimo anno per le Regioni 375 milioni in più, di cui 75 destinati a garantire il trasporto scolastico per i bambini ed i ragazzi affetti da disabilità. Altri 76 milioni arriveranno per le Province, in modo da assicurare la manutenzione di scuole superiori e strade di loro competenza.

Regioni e Comuni potranno procedere alla stabilizzazione dei lavoratori precari, mentre per le amministrazioni meno popolose viene rafforzato con 60 milioni lo stanziamento attualmente pari a 100 milioni del Fondo Piccoli Comuni. La vera novità arriva però con la cosiddetta norma ‘Salva-Napoli’.

Due emendamenti a firma Pd, sintesi di un tema sponsorizzato anche da Forza Italia, permettono infatti ai Comuni in difficoltà finanziaria di riscrivere i propri piani di riequilibrio spalmandoli non più su 10 anni ma fino ad un massimo di 20. Più ampi sono gli squilibri più tempo è concesso all’amministrazione per modulare il risanamento dei conti.

Le risorse da destinare complessivamente agli enti locali sono state individuate nel pagamento della concessione dell’AutoBrennero (160 milioni nel 2018) e nelle misure di potenziamento della lotta all’evasione nel settore dei carburanti da cui è atteso l’anno prossimo un gettito di circa 125 milioni, che sale ad oltre 300 negli anni successivi. Via libera infine anche all’allargamento dell’Ape social.

La platea dei destinatari si estende ad un totale di 15 categorie di lavoratori ‘gravosi’, includendo quindi le 4 in più per le quali è stato già deciso al Senato di evitare l’aumento dell’età pensionabile a 67 anni a partire dal 2019 (braccianti e operai agricoli, siderurgici di prima e seconda fusione, marittimi e pescatori).

La modifica prevede anche il rafforzamento dello sconto per le madri-lavoratrici, che si vedranno ridurre di 1 anno per ogni figlio i requisiti per l’accesso, anziché i 6 mesi indicati nel testo originario della legge di Bilancio, ma sempre con il limite massimo di 2 anni.

Per mantenere fede all’accordo con Cisl e Uil, l’emendamento del governo è stato approvato nel suo impianto originario con un’unica piccola modifica sponsorizzata da Luisa Gnecchi, capogruppo Pd in Commissione Lavoro: potranno accedere all’anticipo pensionistico non più solo i genitori o figli ma anche i familiari conviventi che assistono persone disabili.

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