Intercettazioni, tra Natale e Capodanno approvata la riforma

 

ROMA. – La riforma delle intercettazioni voluta dal ministro della Giustizia, Andrea Orlando, vedrà la luce tra Natale e Capodanno. E saranno previste tutele per la stampa. Sarà il Consiglio dei ministri convocato tra le due festività, infatti, ad approvare in via definitiva, dando corpo da un’intervento di cui si parla da anni. Il testo ha fatto un nuovo passaggio in Consiglio dei ministri, il secondo dopo il primo via libera di novembre al decreto legislativo, figlio della riforma penale. Dopo quel passaggio, la palla è passata alla commissioni parlamentari per i pareri. E ora, dopo l’ok del governo alle modifiche proposte, ci sarà un nuovo passaggio nelle commissioni e infine il varo definitivo in Cdm.

LA RIFORMA

Nel complesso la riforma mira a regolamentare l’utilizzo delle intercettazioni per evitare che conversazioni non rilevanti possano finire negli atti processuali e da qui sui giornali. Vincoli vengono posti alla trascrizione delle conversazioni negli atti di pm e gip. Presso l’ufficio del pm viene istituito un archivio riservato dei verbali e delle registrazioni sotto “direzione” e “sorveglianza” del procuratore.

TUTELA DIFENSORI

Le principali modifiche che oggi hanno avuto l’ok riguardano le tutele per le difese, rispetto alle quali c’erano specifiche istanze dei penalisti. Alla base, resta fermo il divieto di intercettare le conversazioni tra avvocato e assistito, ma qualora questo avvenisse in via anche solo occasionale, la verbalizzazione delle conversazione è vietata. Il termine temporale attribuito ai difensori per l’esame del materiale intercettato, una volta che questo sia stato depositato, è stato alzato da 5 a 10 giorni, con possibile proroga se il materiale è molto ampio e complesso. Gli avvocati potranno avere copia anticipata dei verbali di trascrizione sommaria effettuati dalla polizia giudiziaria.

TUTELA DELLA STAMPA

Via libera anche alla norma che consente l’acceso da parte dei giornalisti agli atti depositati. Nel decreto originario Orlando aveva inserito una disposizione per consentire alla stampa di accedere direttamente ai provvedimenti depositati durante l’indagine e non più segreti, in particolare a quelli in materia cautelare. Ma a novembre nel passaggio a Palazzo Chigi e poi nel successivo approdo in Cdm, la misura era scomparsa. Ora su parere della Commissione giustizia della Camera è stata reintrodotta e approvata. Con una specifica: la riforma intercettazioni prevede l’entrata in vigore sei mesi dopo la pubblicazione. Questa specifica misura sulla stampa, invece, entrerà in vigore 12 mesi dopo.

Lascia un commento