Pil cresce ancora a dicembre, ma il ritmo rallenta

 

ROMA. – L’espansione economica in Italia prosegue ma rallenta il passo mentre il tasso di disoccupazione resta ancora lontano dai livelli pre-crisi. Questo in sintesi il quadro che l’Istat traccia nelle ultime previsioni contenute nella nota mensile sull’economia.

La crescita italiana “continua a migliorare anche se a ritmi più contenuti rispetto ai due mesi precedenti, suggerendo il proseguimento dell’attuale ritmo di crescita dell’economia”, scrive l’Istituto nella nota di dicembre, nella quale si evince dalle tabelle che l’indicatore anticipatore segna nell’ultimo mese dell’anno una crescita congiunturale tra lo 0,5 e lo 0,6%.

Avanza in particolare l’industria, col settore manifatturiero che ad ottobre è tornato a crescere dopo la pausa registrata a settembre (+0,5% la variazione congiunturale), osserva l’Istat. “Nella media del trimestre agosto-ottobre l’indice della produzione industriale è aumentato rispetto ai tre mesi precedenti (+0,8%) supportato da incrementi in tutti i comparti ad eccezione dell’energia, risultata stazionaria”, spiega l’Istituto, sottolineando che anche gli indici del fatturato dell’industria “confermano i segnali positivi” della produzione, che “segnali positivi provengono anche dagli ordinativi” e che “prosegue il miglioramento degli scambi con l’estero”.

Nei primi dieci mesi dell’anno l’avanzo commerciale dell’Italia ha raggiunto 37,3 miliardi di euro. Sul fronte del lavoro invece “permangono le difficoltà a raggiungere un tasso di disoccupazione in linea con i livelli pre-crisi, nonostante la significativa riduzione a metà del 2015”, rileva l’Istat, precisando che a ottobre 2017 il tasso di disoccupazione “è ancora 4,3 punti percentuali superiore al livello di agosto 2008”.

E l’Istituto di statistica spiega che “la peculiarità dell’andamento della disoccupazione italiana rispetto ai principali paesi europei è fortemente legata all’evoluzione della componente degli inattivi”. Nel terzo trimestre 2017, in Italia, “la quota di inattivi sul totale della popolazione è di 2,7 punti percentuali sotto quella registrata nel terzo trimestre 2008, mentre per l’area euro e per la Francia la riduzione nello stesso periodo è stata più contenuta”, viene sottolineato nella nota mensile dove si ricorda anche che “la quota degli inattivi italiani rimane tra le più alte dei paesi europei: nei primi due trimestri del 2017 era superiore di circa 7 punti percentuali rispetto alla media dell’area euro (34,7% rispetto a 27,2%)”.