Salvini stringe il programma con Berlusconi: “La Lega trainante”

 

MILANO. – L’incontro decisivo per stabilire la proposta e i confini del centrodestra non c’è ancora stato, e ci sarà tra pochi giorni. A confermarlo c’è stata una “lunga e cordiale” telefonata con Silvio Berlusconi nella quale è stato fatto anche il punto sul programma al quale stanno lavorando le squadre dei due partiti.

Il segretario della Lega, Matteo Salvini, che si propone come premier di un futuro governo, mostra di avere delle certezze: che la coalizione “vincerà e governerà per i prossimi dieci anni”. E che questo sarà possibile con una Lega “forza trainante”. Una certezza espressa anche nella telefonata dove i due leader hanno mostrato soddisfazione per i sondaggi che danno vicinissima la soglia del 40 per cento.

In conferenza stampa nella sede di via Bellerio, il leader leghista ha chiesto di parlare “di programmi prima che di collegi”. Non più ad Arcore come in passato. “Le candidature – aveva già sottolineato Salvini in un’intervista a Repubblica – sono l’ultimo dei problemi, ma l’intesa la chiudiamo. Alle nostre condizioni, ma la chiudiamo”.

Fra le condizioni, c’è il solito elenco di priorità programmatiche: cancellazione della legge Fornero, flat tax, rimpatrio degli immigrati irregolari, un rapporto critico con le istituzioni Ue. E c’è il solito veto sugli “auto-riciclati” che hanno governato con il Pd nell’attuale legislatura. “Evito di seguire le vicende di quarte, quinte o seste gambe, perché non è un problema mio – ha sostenuto Salvini -. Penso che un governo possa stare anche su tre gambe, e i miei interlocutori sono due: chi vuole fare esperimenti di eugenetica, se ne farà carico”.

Per il leader leghista, non bisognerà solo mostrare coerenza di fronte agli elettori, ma anche garantire lealtà nella coalizione. Resta probabilmente in piedi il problema del ruolo di Tosi, inviso al leader leghista. Dopo il voto, ha risposto Salvini a chi gli chiedeva di ipotesi di alleanze diverse se l’esito elettorale sarà incerto, la Lega si impegnerà “esclusivamente all’interno del centrodestra”.

“Anzi – ha subito aggiunto -, chiederò un impegno anti-inciucio a tutti i segretari di partito”. Se Salvini si dice impegnato soprattutto sul programma, è pur vero che l’avvicinarsi della scadenza per le presentazione delle candidature per le Politiche impone di lavorare anche su nomi e compagni di strada. Fra i candidati, anche per un ruolo di ministro, ci sarà per esempio un certo numero di indipendenti.

Al Federale di oggi, poi, Salvini ha suggellato un “accordo di reciproca, lunga e proficua collaborazione” con il sindacato Ugl. Da escludere categoricamente, invece, un candidato premier leghista alternativo. Salvini si considera l’unico titolato a svolgere questo ruolo, rivendicando come un’operazione “di chiarezza e trasparenza” l’indicazione del suo nome come futuro presidente del Consiglio nel simbolo elettorale.

Ma nemmeno Roberto Maroni, come figura di mediazione? “E’ da escludere: Maroni è e sarà una risorsa fondamentale per la Lega e non per altri, come Luca Zaia. Ora bisogna portare a casa l’autonomia per Lombardia e Veneto”.

(di Alessandro Franzi/ANSA)

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