Influenza in piena corsa, raddoppio dei casi dopo Natale

Persona a letto con l'influenza e termometro
Persona a letto con l'influenza.

 

 

ROMA. – La sensazione che nella settimana tra Natale e Capodanno, giusto in coincidenza con le vacanze, ci fosse stato un boom di casi di influenza è stata confermata dai numeri. Secondo il bollettino dell’Iss ben 673.000 persone sono state messe ko dal virus, un dato che raddoppia quello della settimana precedente e che porta il totale dal’inizio dell’epidemia ben oltre i due milioni.

“C’è stato un aumento molto brusco dei casi questa settimana, che ci ha portato a superare abbondantemente quelli della scorsa stagione, che già aveva avuto un’intensità notevole – spiega Giovanni Rezza, che dirige il dipartimento di Malattie Infettive dell’Iss -. L’andamento dell’epidemia influenzale è imprevedibile, quindi non si può escludere che ci siano ancora più nuovi casi nel prossimo rapporto. Da noi, ad esempio, ancora non si sono manifestati molti contagi dal ceppo H3N2, che invece sta dando molti problemi in Inghilterra. Se dovesse cominciare a colpire anche qui avremmo ancora più pazienti”.

Il livello di incidenza in Italia è pari a 11,11 casi per mille assistiti, e ha già superato quello massimo raggiunto nella scorsa stagione. Anche se non è possibile fare previsioni, precisa Rezza, si va verso un picco ‘anticipato’, intorno alle prime settimane di gennaio, e non a febbraio come avviene di solito. L’intensità dell’epidemia è ancora considerata media, ma ci si sta avvicinando molto al valore di 13,50 che definisce un’intensità ‘alta’.

“In tutte le Regioni italiane – si legge nel bollettino – il livello di incidenza è pari o superiore a dieci casi per mille assistiti tranne in Friuli V.G., Veneto, P.A. di Bolzano e Val d’Aosta in cui si mantiene a circa quattro casi per mille assistiti”. Le regioni più colpite, dove è stata superata la soglia dei 13,50 casi ogni mille assistiti, sono Lombardia, Liguria, P.A. Trento, Marche, Basilicata e Calabria.

Per quanto riguarda l’età dei pazienti, i più piccoli risultano i più colpiti. “Nella fascia di età 0-4 anni l’incidenza è pari a 29,17 casi per mille assistiti, nella fascia di età 5-14 anni a 18,96 nella fascia 15-64 anni a 10,07 e tra gli individui di età pari o superiore a 65 anni a 6,27 casi per mille assistiti”.

Al momento, sottolinea Rezza, non sembrano esserci gli assalti ai pronto soccorso che si vedono ad esempio in Inghilterra. “Il sistema per ora regge – spiega -. L’appello è sempre a non andare al Pronto Soccorso se non per i casi più gravi, e per il resto le raccomandazioni sono le solite, a partire dal prendere antibiotici solo quando li prescrive il medico, cioè quando ci sono coinfezioni batteriche”.

(di Pier David Malloni/ANSA)