Dichiarazioni di Hausmann provocano forti polemiche

Ricardo Hausmann pensa che il paese uscirà dalla grave crisi politica e sociale soltanto dopo le dimissioni di Nicolás Maduro e l’incarico di un nuovo governo.
Ricardo Hausmann pensa che il paese uscirà dalla grave crisi politica e sociale soltanto dopo le dimissioni di Nicolás Maduro e l’incarico di un nuovo governo.
Ricardo Hausmann pensa che il paese uscirà dalla grave crisi politica e sociale soltanto dopo le dimissioni di Nicolás Maduro e l’incarico di un nuovo governo.
Ricardo Hausmann pensa che il paese uscirà dalla grave crisi politica e sociale soltanto dopo le dimissioni di Nicolás Maduro e l’incarico di un nuovo governo.

 

Caracas. – Lex ministro per la Pianificazione, Ricardo Hausmann, ha innescato una nuova polemica dopo che le sue dichiarazioni sulla possibile soluzione al grave conflitto che vive il Venezuela, sono state rese pubbliche.

Nel suo articolo, apparso su Project Syndicate, l’economista venezuelano spiega perché scarta l’opzione elettorale e il golpe militare ma congettura come soluzione alla “catastrofica” crisi, la destituzione di Maduro e l’intervenzione militare.

Ma malgrado Hausmann creda che un ipotetico intervento internazionale sia una alternativa valida per il Venezuela, spiega anche che tale scelta impaurisce i governi di America Latina perché riporta alla memoria le aggressioni avvenute nel passato, soprattutto in Messico e Centro America.

Chiarisce, però, che riferirsi a questo passato non sia del tutto corretto.

“Si pensi a Simón Bolívar che fu chiamato il Libertador grazie alla invasione che guidò nel 1814 organizzata e finanziata, appunto, dalla Nueva Granada, oggi Colombia” ha detto Hausmann.

Dubita soluzione elettorale e golpe

L’economista assicura che il piano dell’opposizione di andare ad elezioni libere e pulite per uscire dalla crisi è da increduli. Difatti, si chiede come un governo possa cedere ad andare ad elezioni trasparenti se è capace di portare alla fame milioni di venezuelani come lo sta facendo e, inoltre, sa di perderle.

Hausmann rifiuta anche l’idea di un golpe. Dubita che accada visto che il governo di Nicolás Maduro si sostiene sul potere militare e il suo governo è, di fatto, “una dittatura militare.” E continua:

“Il presidente si è assicurato il supporto dei militari avvitandoli in posti governativi chiave.”

Inoltre, l’economista ricorda che i militari in Venezuela, soprattutto gli ufficiali di alto rango, sono stati coinvolti in attività di contrabbando di beni e stupefacenti e hanno commesso delitti finanziari nonché provocato morti inspiegabili.

Le sanzioni non servono

Niente elezioni pulite, niente golpe e neppure sanzioni. Hausmann smonta pure quelle. Ribadisce che le punizioni contro individui del governo venezuelano non servano a molto. Anche se è vero che le sanzioni americane scomodano alcuni funzionari chavisti, l’ex ministro crede che siano strumenti di pressione molto lenti e, a ben vedere, non abbiano mai prodotto cambi nei paesi dove sono state applicate. Si pensi all’Iran, la Russia o la Corea del Nord.

Intervento internazionale

Dunque, rimane l’intervento estero come soluzione per la “calamità senza precedenti” che sta colpendo il paese. Hausmann illustra questa “calamità” con l’esempio dello stipendio minimo che riportato a valore calorico giornaliero è sceso da 52.852 calorie, calcolato a maggio del 2012 fino a poco più di 7.000 a maggio del 2017. E sta tuttora crollando.

“Se il parlamento riuscisse a designare un nuovo governo, questo godrebbe di legittimità sufficiente per chiedere un intervento militare internazionale da parte dei paesi amici del Venezuela. Questa forza guiderebbe il paese allo stesso modo che l’ha fatto per l’Europa nel 1944-45, oppure come ha liberato il Nicaragua da Noriega, paese che è risorto democraticamente.”

L’economista ribadisce che, secondo il diritto internazionale, se un governo legittimo chiede l’appoggio per difendere la sua Costituzione non ha bisogno del permesso del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, dove Russia e Cina, alleati del governo madurista, potrebbero porre il veto.

Ma Hausmann, afferma anche che il miglio modo per uscire dalla crisi sarebbe poter convocare a nuove elezioni per avere un nuovo governo… e questo è ciò che si sta cercando di ottenere negli incontri tra governo ed opposizione in Repubblica Dominicana che continueranno l’11 di gennaio.

Perciò, alla fine, ad una soluzione portata avanti con la “forza” sembra che Hausmann preferisca, in fondo, una che parta dal popolo venezuelano in maniera veramente libera e democratica

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