Elezioni, M5S: “Fuori Vespa e Fazio”. Ma il Pd si oppone

Vespa e Fazio
Bruno Vespa e Fabio Fazio

 

 

ROMA. – Il Movimento 5 Stelle lo aveva annunciato da tempo che ci avrebbe provato e ora è passato ai fatti: sono pronti quattro emendamenti al regolamento sulla par condicio che escluderebbero Bruno Vespa e Fabio Fazio dalla campagna elettorale. La ‘colpa’ è avere un contratto da artista che ha consentito loro di non sottostare al tetto ai compensi di 240 mila euro previsto, invece, per i giornalisti.

Una deroga mai mandata giù dal Movimento, che difficilmente però, di fronte al no annunciato dal Pd, riuscirà a portare a compimento il suo disegno. Tanto che, a riunione della Commissione di Vigilanza ancora in corso, è arrivato l’annuncio della Rai sugli ospiti di Porta a Porta per le prossime tre puntate: domani Luigi Di Maio, mercoledì Matteo Renzi e giovedì Silvio Berlusconi.

La presenza del candidato premier M5S, che a novembre era già andato a Che tempo che fa, non è passata inosservata e non ha mancato di sollevare accuse di incoerenza nella maggioranza. Non è un mistero, d’altronde, che il programma di Vespa venga considerato, anche all’interno del Movimento, una vetrina importante per tentare di convincere il pubblico moderato.

“Non andare significherebbe escludersi dal gioco, di fronte al fatto che tutti gli altri ci vanno”, spiega il capogruppo M5S in Vigilanza, Alberto Airola, protagonista di uno scontro con i parlamentari dem a San Macuto. Le soluzioni proposte dal Movimento sono sostanzialmente due: eliminare del tutto i programmi di infotainment dalla campagna, oppure ricondurre tutti i programmi sotto testata, come avviene sempre prima delle elezioni, a condizione che il conduttore abbia un contratto da giornalista. In ogni caso, Vespa e Fazio non potrebbero essere al timone dei loro programmi.

“Non abbiamo mai pensato a una norma ad personam contro Vespa, ma vogliamo che questo sistema cambi”, sottolineano i parlamentari M5S in Vigilanza. Pollice verso dal Pd. “Non avendo affrontato in passato il tema della commistione tra informazione e intrattenimento, sarebbe una forzatura farlo in un regolamento che recepisce una norma primaria”, spiega il senatore Pd Francesco Verducci, relatore di maggioranza del regolamento.

Secondo i dem, non solo il tema non è di competenza della Vigilanza, ma una tale misura andrebbe a ledere l’autonomia aziendale. Critico verso l’azienda Michele Anzaldi: “Io, che sono un fautore del tetto, sono in grande difficoltà perché la Rai non ha predisposto spazi alternativi ai programmi di Fazio e Vespa. E’ una pessima gestione della Rai di un voto in Commissione che si sapeva che sarebbe arrivato”.

Voci contro lo stop alle trasmissioni si sollevano anche dal mondo del giornalismo. “In campagna elettorale la cosa principale per la gente è essere informata”, sottolinea Michele Santoro. “E’ possibile che nel 2018 stiamo a dividere tra chi fa e chi non fa il giornalista?”, si chiede Enrico Mentana. Il termine per la presentazione degli emendamenti è stato fissato alle 9.30, poi dalle 12.30 al via le votazioni.

La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale è prevista per giovedì, mentre è in agenda la riunione dell’Agcom che deve mettere a punto il regolamento sulla par condicio per le tv private.

(di Michele Cassano/ANSA)

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