Papa in Cile chiede perdono per la pedofilia: “Vergogna, mai più”

Papa Francesco ricevuto dalla presidente cilena Michelle Bachelet
Papa Francesco ricevuto dalla presidente cilena Michelle Bachelet. EPA/EPA-ANSA/LUCA ZENNARO
Papa Francesco ricevuta dalla presidente cilena Michelle Bachelet. EPA/EPA-ANSA/LUCA ZENNARO

 

SANTIAGO. Papa Francesco in Cile. “Qui non posso fare a meno di esprimere il dolore e la vergogna che sento davanti al danno irreparabile causato a bambini da parte di ministri della Chiesa”, ha detto il Pontefice salutato da un applauso, nel suo discorso alle autorità e alla società civile al Palazzo della Moneda. “Desidero unirmi – ha aggiunto – ai miei fratelli nell’episcopato, perché è giusto chiedere perdono e appoggiare con tutte le forze le vittime, mentre dobbiamo impegnarci perché ciò non si ripeta”.

Parlando al clero cileno del “dolore che hanno significato i casi di abusi contro minori”, il Papa ha detto: “Dolore per il danno e la sofferenza delle vittime e delle loro famiglie, che hanno visto tradita la fiducia che avevano posto nei ministri della Chiesa. Dolore per la sofferenza delle comunità ecclesiali; e dolore anche per voi, fratelli, che oltre alla fatica della dedizione avete vissuto il danno provocato dal sospetto e dalla messa in discussione, che in alcuni o in molti può aver insinuato il dubbio, la paura e la sfiducia”.

Durante il volo, parlando con i cronisti, Bergoglio ha mostrato la foto di un bimbo vittima di Nagasaki e ha sottolineato di temere una guerra nucleare.

Papa Francesco, accolto dal capo dello Stato Michelle Bachelet, con una calorosa stretta di mano, e dagli onori militari, è arrivato al Palazzo della Moneda, a Santiago, dove ha incontrato le autorità, la società civile e il corpo diplomatico, e poi si intrattiene a colloquio con la presidente uscente della Repubblica, ma ancora in carica, la socialista Bachelet, nella protocollare ‘visita di cortesia’. Tra le autorità che assistono al discorso del Pontefice c’è anche il presidente eletto, Sebastian Piñera, di centrodestra, che si insedierà alla Moneda il prossimo 11 marzo.

“Siamo invitati – oggi in modo speciale – a prestare un’attenzione preferenziale alla nostra casa comune: far crescere una cultura che sappia prendersi cura della terra – ha detto – e a tale scopo non accontentarci solo di offrire risposte specifiche ai gravi problemi ecologici e ambientali che si presentano”.

In questo “si richiede l’audacia di offrire uno sguardo diverso, un pensiero, una politica, un programma educativo, uno stile di vita e una spiritualità che diano forma ad una resistenza di fronte all’avanzare del paradigma tecnocratico che privilegia l’irruzione del potere economico nei confronti degli ecosistemi naturali e, di conseguenza, del bene comune dei nostri popoli”.

“La saggezza dei popoli autoctoni può offrire un grande contributo – ha detto -. Da loro possiamo imparare che non c’è vero sviluppo in un popolo che volta le spalle alla terra e a tutto quello e tutti quelli che la circondano. Il Cile possiede nelle proprie radici una saggezza capace di aiutare ad andare oltre la concezione meramente consumistica dell’esistenza per acquisire un atteggiamento sapienziale di fronte al futuro”.

Continuano, intanto le proteste per la visita. Altre tre chiese cattoliche sono state incendiate nella notte in Cile, nelle ore seguenti l’arrivo del Papa. Lo rendono noto i media locali. Due chiese colpite si trovano a Cunco, località a 700 km da Santiago, nella regione dell’Araucania, che Francesco visiterà domani. Secondo fonti dei vigili del fuoco, le due chiese sono state andate distrutte contemporaneamente. L’altro incendio ha riguardato la parrocchia della Madre della Divina Provvidenza a Puente Alto, nella periferia di Santiago.

In tutto sono 9 le chiese attaccate in questi giorni. Per quanto riguarda la parrocchia della Madre della Divina Provvidenza a Puente Alto, nella periferia di Santiago, secondo testimonianze raccolte fra i vicini, un gruppetto di cinque persone ha lanciato bombe incendiarie contro la porta della chiesa e sono anche state bruciate bandiere del Cile e del Vaticano. Con questi nuovi attentati sale a nove il numero di chiese che hanno subito attacchi, soprattutto incendiari, in concomitanza con la visita di Francesco in Cile.