Rafael Ramírez: “Se torno sarà per sfidare Maduro”

Ramírez teme di essere detenuto e di fare la fine di Eulogio Del Pino e Nelson Martínez, i suoi successori in PDVSA
Ramírez teme di essere detenuto e di fare la fine di Eulogio Del Pino e Nelson Martínez, i suoi successori in PDVSA

Caracas. – Ramirez si fa sentire nuovamente. L’ex-vicepresidente ed ex ministro della statale petrolifera PDVSA ha lanciato una sfida al presidente Nicolás Maduro. Nella mira ci sono le prossime presidenziali del 2018 e Ramirez non rinuncia al sogno di diventare presidente. L’ex ministro ha perciò ha suggerito a Maduro di celebrare primarie e così diventare il suo contendente.

Ma c’è un “ma.” Ramirez teme di tornare in Venezuela senza le dovute garanzie. Si ricordi che recentemente è stato segnalato come “corrotto” mentre era acapo di PDVSA, proprio dal presidente. E, come conseguenza di questa “infondata” accusa, l’ex diplomatic ha rinunciato all’incarico che deteneva all’ONU come ambasciatore del Venezuela.

L’intenzione di Ramirez di candidarsi per le presidenziali è chiara.  Nel suo articolo ha lanciato una sfida al presidente:

“Se torno nel paese sfido Maduro a delle primarie libere e garantite, per definire chi sarà il prescelto che farà fronte al candidato della destra, chi sarà il prossimo candidato chavista.”

Secondo alcuni portavoce governativi, NicolásMaduro sarebbe il candidato del PSUV per le prossime elezioni.

Vicino a Hugo Chávez

Ramirez, conosciuto anche come “lo zar del Petrolio” è un aperto sostenitore delle politiche di Hugo Chávez.

Difatti, tutti i suoi interventi alludono al defunto presidente e alla sua vicinanza con il concetto di “revolución bolivariana.”

E proprio per non far naufragare il progetto di Chávez, Ramirez aveva chiesto a Maduro di cambiare rotta riguardo l’economia del paese per porre fine alla crisi, riconoscendo così che il governo è sulla strada sbagliata.

Ramirez ha pure incalzato Maduro indicandogli di non rimanere incollato al potere perché “una frattura storica potrebbe accadere” e questa trascinerebbe il paese nel caos e la destabilizzazione permanente.

“Se il presidente Maduro mi offre le dovute garanzie,allora tornerò per percorrere il cammino tracciato da Hugo Chávez, per parlare con il partito, coi dirigenti, per parlare senza essere censurato” ha aggiunto.

Quindi Ramirez non torna senza garanzie di essere lasciato libero.  Una richiesta che dipende dal presidente visto che lo ha pure responsabilizzato della caduta nella produzione del petrolio. La produzione di oro nero ha toccato il minimo storico in 28 anni, è scesa a 1.600.000 barili giornalieri.

A Ramirez non gli va di fare la fine di Eulogio Del Pino e Nelson Martínez, i suoi successori in PDVSA. I due sono stati detenuti perché collusi in atti di corruzione dentro la holding del petrolio. Perciò, Ramirez dovrà decidere se tornare o continuare a scrivere su Aporrea.