Spagna-Venezuela, impasse diplomatica: fuori gli ambasciatori

 

 

Madrid. -Rottura diplomatica tra la Spagna e il Venezuela. L’esecutivo spagnolo ha deciso di applicare il principio diplomatico di reciprocità. Quindi, l’ambasciatore venezuelano accreditato in Madrid, Mario Isea dovrà tornarsene a Caracas.

È la risposta spagnola alla medesima decisione presa dal governo venezuelano riguardo l’ambasciatore spagnolo in Caracas, Jesús Silva Fernández. Silva Fernandez è stato dichiarato “persona non grata” e espulso dal Venezuela.

L'Ambasciatore venezuelano Mario Isea torna in Venezuela, l’esecutivo spagnolo ha deciso di applicare il principio diplomatico di reciprocità
L’Ambasciatore venezuelano Mario Isea torna in Venezuela, l’esecutivo spagnolo ha deciso di applicare il principio diplomatico di reciprocità

Perciò la stessa sorte tocca ora a Mario Isea. E questa decisione aumenta la tensione tra i due paesi generata in primis dalla decisione dell’Europa di sanzionare alcuni alti funzionari venezuelani. Proposta che è stata avallata pienamente dalla Spagna e dal suo governo.

La posizione della Spagna

Tuttavia, il Ministro degli Esteri spagnolo, Alfonso Dastis, ha ribadito che cercheranno di ricucire le differenze ma che seguiranno il principio di reciprocità che si applica nelle relazioni diplomatiche.

Dastis ha nuovamente rifiutato le accuse del presidente Maduro verso la posizione del suo paese riguardo il Venezuela. Incriminazioni materializzate con l’espulsione del diplomatico spagnolo.

Il mandatario venezuelano biasima l’esecutivo spagnolo, e addita Rajoy, per aver incitato l’Europa a sanzionare i funzionari venezuelani, tra i quali c’è anche Diosdado Cabello, “il numero due di Maduro” accusato di violare i diritti umani.

Il mandatario venezuelano biasima l’esecutivo spagnolo, e addita Rajoy, per aver incitato l’Europa a sanzionare i funzionari venezuelani, tra i quali c’è anche Diosdado Cabello
Il mandatario venezuelano biasima l’esecutivo spagnolo, e addita Rajoy, per aver incitato l’Europa a sanzionare i funzionari venezuelani, tra i quali c’è anche Diosdado Cabello

Secondo Dastis, la Spagna ha soltanto lavorato per cercare di fare pressione affinché si arrivasse ad un negoziato tra le due parti in conflitto in Venezuela, e ha ribadito che la decisione di adottare misure punitive è stata presa all’unanimità dai 28 paesi membri della UE.

Ma Nicolas Maduro insiste che la Spagna ha aggredito il Venezuela, intromettendosi negli affari interni. Qualcosa di imperdonabile.

Reazione europea alla espulsione dell’ambasciatore spagnolo

La reazione della UE non si è fatta aspettare. La portavoce Catherine Rayha condannato la decisione delle autorità venezuelane. La Ray ha comunicato alla Spagna la piena solidarietà dell’Europa nei suoi confronti, chiedendo che la misura si annulli perché i canali diplomatici devono rimanere aperti tra le nazioni.

E il presidente venezuelano, intanto, continua ad infierire contro l’estero. Ora lo attacca nuovamente affermando che l’opposizione è manipolata da stranieri.

USA, Colombia e Spagna danno ordini all’opposizione venezuelana

Quindi, in una delle sue allocuzioni, Maduro ha accusato i governi di Colombia, Spagna e Stati Uniti di “ordinare all’opposizione” la non partecipazione alle elezioni previste prima della fine di aprile. Quindi, la Spagna porta sulle spalle anche il fardello del problema elettorale venezuelano.

 La portavoce Catherine Rayha condannato la decisione delle autorità venezuelane
La portavoce Catherine Rayha condannato la decisione delle autorità venezuelane

Maduro ha ribadito che se dipendesse da lui, si andrebbe a elezioni anche domenica prossima. E aggiunto che il governo americano, la “oligarchia colombiana” e il “governo corrotto spagnolo” hanno ordinato l’opposizione venezuelana di non presentarsi alle presidenziali. “Questo perché sanno che l’opposizione perderà” ha ribadito il mandatario.

Maduro non ha poi esitato di criticare il presidente colombiano Juan Manuel Santos che ha bollato come “un balordo.”

Monito all’opposizione venezuelana

Il presidente ha intimato l’opposizione a continuare il dialogo in Dominicana e l’ha invitata a presentarsi alle elezioni. Ma ha anche assicurato che perderà.

Ha poi fatto una battura sulle candidature degli avversari politici:

“Si sono lanciati quattro: Henry Ramos Allup, Henri Falcón, Claudio Fermín e quello che mancava , AndrésVelásquez. Dicono che uno di loro sarà il candidato. Cosa potete immaginare che esca se li mettiamo tutti nel mixer? Sicuramente un veleno.”

E così anche se la campagna elettorale del governo formalmente non è iniziata, già si sente  tra l’isolamento internazionale e il discredito in casa.

 

 

 

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