Ue: “Pronti a reagire in caso di misure restrittive Usa sul commercio”

Il Presidente Donald Trump, durante il World Economic Forum, WEF, in Davos, Switzerland. (Laurent Gillieron/Keystone via AP)

DAVOS. – “L’Ue è pronta ad agire in modo rapido e appropriato nel caso in cui le sue esportazioni siano colpite da misure restrittive Usa”. Lo ha affermato il portavoce del presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker in reazione alle dichiarazioni del presidente Usa Donald Trump in materia di commercio. Questo “può e deve essere win-win” nonché “equo e basato sulle regole”, ha avvertito il portavoce.

L’Unione Europea è stata “ingiusta” con gli Stati Uniti in termini di scambi commerciali. Dopo aver imposto dazi sui pannelli solari e sulle lavatrici, prendendo di mira soprattutto Cina e Corea del Sud, Donald Trump critica ora Bruxelles. Ma apre al rientro degli Stati Uniti nell’accordo sul clima di Parigi, in parte per il suo buon rapporto con il presidente francese Emmanuel Macron.

Proprio Macron sarà il primo leader ospitato dalla Casa Bianca di Trump per una visita di stato. “Mi piace Emmanuel”, dice ai microfoni della televisione inglese Itv. Poi il presidente americano torna a parlare di clima, sollevando dubbi sulla scienza che sta dietro al cambiamento climatico. “C’è un raffreddamento, c’è un surriscaldamento. Prima non si chiamava cambiamento climatico, ma riscaldamento climatico. Ma anche questo termine – spiega Trump – non ha funzionato bene visto che c’era un raffreddamento un po’ ovunque. Le calotte di ghiaccio avrebbero dovuto sciogliersi, ma al contrario stanno registrando record”.

Affermazioni in linea con le precedenti prese di posizione sul tema del presidente che, nel 2014, twittò: “Le calotte polari sono a livelli record, la popolazione di orsi polari cresce. Dov’è il riscaldamento globale?”. Nonostante lo scetticismo Trump ribadisce di essere aperto a rientrare nell’accordo di Parigi a condizione che si tratti di “un buon accordo per gli Stati Uniti. Questo sarebbe stato un disastro per noi”.

All’apertura sul clima si contrappongono le critiche commerciali all’Europa, con Trump che ha fatto delle intese sul commercio il suo cavallo di battaglia. “Sarei più duro” di Theresa May “nelle trattative per la Brexit”, dice Trump che sul fronte commerciale preferisce le intese bilaterali a quelle multilaterali.

Gli scambi commerciali sono uno dei temi al centro del discorso sullo Stato dell’Unione del presidente, in calendario martedì, con l’accordo di libero scambio del Nafta nel mirino. L’intervento al Congresso è l’occasione per Trump per delineare la sua politica economica, con l’atteso piano per le infrastrutture, e per chiedere un approccio bipartisan sui temi più sensibili, soprattutto l’immigrazione.

In tutto Trump “parlerà direttamente agli americani per 60 minuti senza filtro”, in un discorso ‘calmo’ stile Davos, riferisce l’amministrazione mantenendosi comunque cauta. Il timore è che Trump parli a mano libera, lasciandosi andare a commenti e affermazioni controverse.

La paura è soprattutto che si pronunci sul Russiagate. Il discorso sullo Stato dell’Unione arriva proprio nel mezzo delle indagini sulle interferenze russe sul voto del 2016 e del fallito tentativo di Trump di licenziare il procuratore speciale Robert Mueller. Rompendo il silenzio degli ultimi giorni, alcuni senatori repubblicani hanno avvertito il presidente: cacciare Mueller sarebbe la fine della presidenza.

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