Hillary Clinton parla del suo assistente accusato di molestia sessuale

Hillary Rodham Clinton durante l'ultima campagna elettorale.
Hillary Rodham Clinton durante l'ultima campagna elettorale. EPA/CRISTOBAL HERRERA

WASHINGTON: È quasi una confessione quella che ha fatto l’ex candidata Hillary Clinton per spiegare le ragioni per cui non ha voluto licenziare il suo consulente nonostante le accuse di molestia sessuale sollevate contro di lui da parte di una donna del suo staff.

Clinton ha spiegato che era convinta che lasciare senza lavoro Burns Strider non sarebbe stata la miglior soluzione per un problema che, secondo lei, andava risolto in ben altro modo. Facendo cioè capire a lui quanto fosse sbagliato il suo atteggiamento e dando a lei il supporto necessario perché si sentisse protetta e al sicuro. Ha sottolineato che ha sempre creduto in una seconda opportunità e ha voluto continuare a crederci.

Ha poi aggiunto che il movimento MeToo ha rivoluzionato il modo in cui le stesse donne si pongono con relazione alla molestia sessuale, atteggiamento che appoggia e condivide. Ma, ha aggiunto che, prima, anche quelle donne che come lei hanno dovuto aprirsi uno spazio in un mondo tutto maschile, hanno tollerato atteggiamenti oggi giustamente condannati e pertanto li hanno affrontati in maniera diversa. Per concludere ha detto che, se potesse tornare indietro, licenzierebbe senza esitazione il consulente Burns Strider.