Borges: senza garanzie elettorali, niente firma

Julio Borges estuvo en Francia reunido con Emmanuel Macron, y allá dijo que el problema de Venezuela afecta a todas las democracias del mundo
Julio Borges estuvo en Francia reunido con Emmanuel Macron, y allá dijo que el problema de Venezuela afecta a todas las democracias del mundo

CARACAS. -La disposizione per negoziare con il governo c’è ma soltanto a patto che accetti di garantire elezioni trasparenti.  Il presentimento, però, secondo come stanno le cose, è che le parti non arriveranno a nulla.

Julio Borges, capo della delegazione per il MUD ha affermato che se il governo continua ad insistere sulla sua posizione, quella di oggi potrebbe essere l’ultima riunione.

In intervista con Cesar Miguel Rondón, Borges ha lamentato che si debba lottare per esigere diritti che non dovrebbero essere messi in discussione. Ha riaffermato che chiedono l’aperura di un canale umanitario e le dovute garanzie elettorali per indire elezioni che sono disconosciute dal mondo intero.

Secondo il deputato, il governo non fa altro che cercare di legittimarsi attraverso il processo di dialogo. Inoltre, Borges ha smentito l’affermazione di Jorge Rodríguez il quale fa intendere che l’opposizione venezuelana è manipolata da governi esteri, soprattutto dagli USA.

Rodríguez: gli USA dietro le quinte

Jorge Rodríguez ha assicurato che le parti avevano raggiunto un accordo e che l’opposizione stava per firmarlo. Secondo lui, tutti i punti erano stati negoziati e addirittura se n’erano aggiunti altri due.

Il primo sarebbe il rifiuto alla raccomandazione fatta dal segretario dell’ONU, Antonio Gutierres, di portare la controversia sul territorio Esequibo alla Corte Internazionale di Giustizia all’Aja, el’altro, quello di riconoscere il risultato delle elezioni presidenziali.

Rodríguez accusa l’americano Rex Tillerson di incidere nelle decisioni dell'Opposizione
Rodríguez accusa l’americano Rex Tillerson di incidere sulle decisioni dell’Opposizione

Stando alle dichiarazioni di Rodríguez, l’opposizione avrebbe accettato e firmato ma dopo una chiamata ricevuta da Bogotá, Borges ha innescato il cambio di rotta.

Rodríguez accusa l’americano Rex Tillerson di questo cambiamento. Tillerson che si trovava in Bogotá avrebbe ordinato l’opposizione venezuelana di non firmare.

Il capo della delegazione governativa ha detto che loro firmeranno perché “sono di parola.” L’accordo sarebbe su un documento redatto dal presidente dominicano Danilo Medina, il cancelliere Miguel Vargas e l’ex presidente spagnolo José Luis Rodríguez Zapatero.

Botta e risposta

E mentre Rodríguez assicura che il negoziato è già su bianco e nero, Luis Florido, invece, smentisce. Florido ha detto a Rodríguez che l’unico accordo serio tra le parti, è stato ciò che hanno proposto i cancellieri “amici” il 1 e 2 dicembre.

Il deputato di Voluntad Popular ha tacciato il gruppo governativo come “poco serio” e ricordato che il suo partito si era ritirato dal tavolo di negoziato appunto perché avevano intravisto che gli sforzi erano inutili.

Cile: opposizione sotto pressione per firmare

Il cancelliere Herlado Muñoz considera che le irregolaritá in tema elettorale in Venezuela sono troppe.
Il cancelliere Herlado Muñoz considera che le irregolaritá in tema elettorale in Venezuela sono troppe.

E sul fronte estero in netto favore dell’opposizione, ci sono le dichiarazioni del cancelliere cileno Heraldo Muñoz.  Il diplomatico ha dichiarato che l’opposizione venezuelana è sotto pressione per firmare un accordo che non garantisce delle elezioni trasparenti.  E osserva che ci sono troppe irregolarità in tema elettorale in Venezuela, anomalie che in Cile non sarebbero di certo accettate.

Giancarla Marchi

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