Dell’Utri: “Contro di me un atto di crudeltà”

Un fermo immagine tratto dalla trasmissione di La7, 'In Onda', mostra l'intervista a Marcello Dell'Utri, 5 luglio 2017. ANSA/LA7/

ROMA. – “Sono amareggiato, piu’ che sorpreso, per l’ennesimo atto di crudeltà giudiziaria compiuto dal tribunale di Sorveglianza di Roma e lamentato anche da diversi detenuti nelle mie stesse, se non peggiori, condizioni”. E’ quanto scrive dal carcere di Rebibbia Marcello Dell’Utri in una lettera consegnata ai suoi difensori, gli avvocati Alessandro De Federicis e Simona Filippi. Nei giorni scorsi i giudici hanno detto “no” alla scarcerazione per motivi di salute.

“Contro ogni obiettivo esame della situazione patologica – prosegue l’ex senatore – il tribunale si prodiga in una motivazione fantasiosa che non può trovare accoglimento in una normale intelligenza e in un animo sereno”.

Dell’Utri continua affermando che “ancora più mi meraviglia il fatto che nulla è stato disposto perchè mi sia praticata una forma di terapia effettiva, idonea e concreta, compatibile con il mio stato e in rapporto alla motivazione devo ribadire che la storia della latitanza in Libano è una leggenda vera e propria per cui ho chiesto ai miei difensori di far acclarare una volta per tutte la verità dei fatti”.

 

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