Viaggiare nelle mete di quattro mila anni di racconti

Atlante dei luoghi letterari, ed. Rizzoli (Credito foto: uff. st.)

MESSINA – ”Mai nave d’uomini alcuna fu salva, che quivi giungesse; anzi le travi dei legni, confuse degli uomini ai corpi, alti marosi trascinano, e d’orrido fuoco procelle”. Spaventano ancora, 2.500 anni dopo, le parole di Circe che nel Libro XII dell’Odissea avverte Ulisse dei mostruosi pericoli cui andrà incontro proseguendo a navigare. E non c’è studente di liceo che non abbia provato a immaginare il volto delle suadenti sirene o la furia fagocitante dei mostri Scilla e Cariddi.

Erano davvero lì, nello Stretto di Messina, come pensano alcuni? E i gironi infernali di Dante o la Luna, dove Astolfo recupera il senno perduto di Orlando nelle rime dell’Ariosto, come erano? Fino ad arrivare a noi, a Le città invisibili di Italo Calvino, il regno degli Hobbit e degli Elfi dalle orecchie a punte di Tolkien, il futuro di Io, Robot di Isaac Asimov o la Scuola di Hogwarts di Harry Potter: si arriverà davvero con il treno dal binario 9 e 3/4 della stazione di King’s Cross a Londra, come scrive J.K. Rowling? Poco importa alla fantasia. Anzi, forse, meglio immaginarli altrove, in un personale universo fantastico.

Come nell’Atlante dei luoghi letterari (Rizzoli, pp. 320 – 35,00 euro), che la studiosa Laura Miller, già autrice del best seller Usa ”The magician’s Book: A skeptic’s Last World” sull’autore delle Cronache di Narnia, per la prima volta ha ‘mappato’ e schedato interpellando scrittori, critici e accademici di fama mondiale. Un viaggio ricco di illustrazioni, che attraversa quattromila anni di narrativa e 99 capolavori dall’antichità a oggi, tra terre leggendarie, scenari mitologici e nuovi fantastici universi.

Atlante dei luoghi letterari, ed. Rizzoli (Credito foto: uff. st.)

 

 

 

”Di tutti gli incantesimi di cui la narrativa è capace – spiega l’autrice – uno dei meno considerati è il suo saperci trasportare in un altro spazio e in un altro tempo. Molti avidi lettori hanno sperimentato la sensazione, dopo aver chiuso un libro, di doversi scrollare di dosso i panorami, gli odori e i suoni di un mondo in cui non sono stati davvero, e che probabilmente non esiste affatto: possiamo non aver mai visto la Londra vittoriana, e di certo non abbiamo attraversato la Terra di Mezzo, ma per milioni di lettori le opere di Arthur Conan Doyle e J. R. R. Tolkien hanno reso questi luoghi più reali delle città che possono effettivamente aver visitato”.

 

 

 

 

Da L’Epopea di Gilgamesh alla ricerca dell’immortalità, che iniziò a circolare in frammenti tra i babilonesi del 1750 a.C, al regno di Peristan di Due anni, otto mesi e ventiquattro notti di Salman Rushdie, la Miller organizza il viaggio in cinque capitoli cronologici: Miti e leggende antiche (fino al 1700), dalla Scandinavia epica del Beowulf all’Oriente magico delle Mille e una notte; Scienza e romanticismo (1701-1900), tra i flutti di Mille leghe sotto i mari di Jules Verne e il Mago di Oz di L. Frank Baum; L’epoca d’oro del fantastico (1901-1945), con un classico come Il piccolo principe di Antoine De Saint -Exupery ma anche le pagine di Borges in Tilon, Uqbar, Orbis Tertius; Il nuovo ordine del mondo (1946-1980), che vuol dire Il pianeta delle scimmie di Pierre Boulle o Fahrenheit, 451 di Ray Bradbury; fino a L’era digitale (1981-oggi), che per definizione vive sulla creazione di alias, tra La torre nera di Stephen King e i sette regni del Trono di spade, ormai titolo cult anche in tv, di George R.R. Martin. A scorrerli tutti, ci si rende conto come alcuni di questi mondi, l’America di Infinite Jest di David Foster Wallace o il Giappone di IQ84 di Haruki Murakami, assomiglino molto alla realtà in cui viviamo. Altri, come l’Alaska del Sindacato dei poliziotti yiddish di Michael Chabon o il New England del Racconto dell’ancella di Margaret Atwood, ci mostrano come sarebbe potuto eszsere, se solo la Storia avesse preso un corso leggermente diverso. A ognuno scegliere dove viaggiare oggi.

Lascia un commento