Ambasciatore Mignano: “Il voto, più che un diritto un dovere”

Politiche 2018, in Venezuela hanno votato 20mila 254 aventi diritto al voto
Politiche 2018, in Venezuela hanno votato 20mila 254 aventi diritto al voto

CARACAS – “Il voto è segreto e personale. E’ un diritto che si esercita per corrispondenza. Ciò aumenta la responsabilità degli elettori. Chi ne ha diritto, deve esercitare il voto personalmente, in modo individuale e segreto. Poi, al più presto, deve inviare le schede votate al Consolato. Esistono sanzioni contro l’eventuale abuso di terze persone. Sono norme a tutela del carattere personale, segreto e individuale del diritto al voto”. Poche parole ma chiare quelle dell’ambasciatore Silvio Mignano che, intervistato dalla “Voce”, fa il “punto nave” prima che il Console Generale, Enrico Mora, ci insegni la rotta tracciata per condurre a buon porto tutto il processo elettorale che concluderà, per noi italiani all’estero, il primo marzo.

– Questa – prosegue l’Ambasciatore – è la quarta volta che gli italiani all’estero partecipano alle elezioni politiche. Infatti, la legge 459, che introdusse il voto all’estero, risale al 27 dicembre 2001. Per la sua applicazione fu necessario modificare anche la nostra Costituzione. Questa, come tutti sanno, prevede il sistema di Repubblica Parlamentare. L’unico potere votato direttamente dal popolo è il Parlamento. Presidente della Repubblica e Governo sono sue espressioni. L’articolo 55 della Costituzione – continua il diplomatico – prevede due Camere: quella dei Deputati e il Senato. Esse sono disciplinate in particolare dagli articoli 56 e 57 che stabiliscono il numero dei membri di ognuna: 630 deputati e 315 senatori. Inoltre sanciscono la presenza in Parlamento di 12 deputati e 6 senatori eletti all’estero.

Silvio Mignano, Ambasciatore d'Italia in Venezuela
Silvio Mignano, Ambasciatore d’Italia in Venezuela

Con la precisione di un docente, aggiunge:

– La legge del 2001 stabilisce un deputato e un senatore per ognuna delle 4 circoscrizioni in cui è stato diviso il mondo: Europa, America del Nord e Centrale, America Meridionale e Africa, Oceania e Asia. È una quantità che dipende dalla consistenza delle nostre Comunità. Attualmente, considerando il numero dei cittadini italiani residenti all’estero, la circoscrizione America Meridionale esprime 2 senatori e 4 deputati”.

Spiega che la nuova normativa si applicò nel 2006. Allora la legislatura non durò i 5 anni stabiliti dalla Costituzione. Si votò la seconda volta nel 2008 e, successivamente, nel 2013. Ora, a conclusione della Legislatura, si torna alle urne.

– Qual è, secondo lei, l’importanza della partecipazione alle elezioni degli italiani all’estero?

– Non esiste alcuna differenza qualitativa tra italiani residenti in Venezuela o in altri paesi – sostiene -. Credo che in Italia ci sia stata una profonda e amplia riflessione sull’argomento a fine del decennio del ‘90 e inizio del nuovo millennio. Dopo un lunghissimo dibattito, si è arrivati alla conclusione che il diritto politico degli italiani all’estero fosse lo stesso dei residenti in Italia. Da questo punto di vista, quindi, l’importanza politica è palese: gli italiani all’estero hanno gli stessi diritti di chi risiede in Italia. Ogni collettività, ha le sue caratteristiche e legami più o meno forti con il nostro paese. Quella del Venezuela è molto vicina all’Italia – sottolinea – ma non è un caso unico. Si può immaginare che questo legame particolarmente stretto con la Madrepatria derivi dalla sua origine che è molto più recente rispetto ad altre. Ad esempio a quelle dell’Argentina o del Brasile che storicamente risalgono addirittura alla fine dell’800. La nostra Collettività, invece, per un 90 per cento, è espressione dell’emigrazione che partì nell’immediato dopoguerra: negli anni ’50, ’60 e ’70.

L’Ambasciatore Mignano considera che questa caratteristica della Collettività italo-venezuelana potrebbe avere riflessi sull’esercizio del voto. Precisa comunque che fino ad oggi l’andamento della partecipazione elettorale degli italiani del Venezuela non è stato assai diverso da quello registrato in altri paesi delle Americhe o dell’Europa.

– Non nego – tiene a sottolineare – che l’argomento susciti molto interesse.

 

Gli italiani del Venezuela al voto

La nostra conversazione si svolge nell’attico sede della nostra Ambasciata. Nella penombra dell’ufficio dell’Ambasciatore Mignano, giunge soffocato lo stridore delle moto o il ruggire dei pochi autobus che ancora circolano nella capitale, a dispetto della crisi.

Enrico Mora, Console Generale d'Italia a Caracas
Enrico Mora, Console Generale d’Italia a Caracas

La parola, ora, passa al nostro Console Generale di Caracas, Enrico Mora.

– Quanti sono – chiediamo – gli italiani chiamati a esprimersi attraverso il voto?

– Stiamo parlando – spiega – di oltre 5 milioni e 600mila italiani nel mondo. Di questi, circa 150 mila risiedono in Venezuela. Ovvero, sono iscritti nello schedario del nostro Consolato. Gli aventi diritto al voto, però, sono circa 82 mila. Potranno votare per la Camera, in quest’occasione, tutti quelli che alla data del 4 marzo, avranno compiuto il 18esimo anno d’età. E per il Senato chi avrà compiuto i 25 anni. Nella ripartizione America Meridionale si eleggeranno 4 deputati e 2 senatori. Il nostro Consolato Generale, come d’altronde quelli del resto del mondo, ha appena ricevuto istruzioni dal ministero.

Ci illustra, quindi, la meccanica del lavoro che oggi si svolge in seno alla sede consolare di Caracas.

– Abbiamo creato una “macchina organizzativa” – ci dice – Con le carenze di personale che caratterizzano la fase attuale, non esiste consolato che abbia una “sezione elettorale”. Si inventa al momento. E la si dota di risorse straordinarie. Nel nostro Consolato – prosegue – c’è una “task-force” numerosissima. Sta disimpegnando tutte le funzioni: dalla relazione dei contratti con le stamperie a quella con i corrieri chiamati a recapitare i plichi elettorali.

– Come inciderà sul lavoro quotidiano?

– Non cambierà nulla.

– Che garanzie ci sono che i plichi elettorali siano tanti e non più. Ad esempio a evitare ristampe clandestine…

– Abbiamo inserito nei contratti una serie di clausole orientate a evitare queste cose – precisa. – E’ chiaro che sia l’amministrazione del ministero dell’Interno sia quella del ministero degli Esteri, valutano sulla scorta delle esperienze passate. Abbiamo ricevuto una serie di forti sollecitazioni – ammette. – Da parte nostra c’è l’impegno a essere presenti. Quindi ad avere l’ufficio operativo anche durante i fine-settimana. Saremo presenti all’interno delle stamperie in modo tale che giornalmente possa avvenire la contabilizzazione e verbalizzazione delle schede stampate alla presenza della Polizia Giudiziaria, i nostri Carabinieri. Stessa cosa accadrà con i corrieri. Faranno tre tentativi di consegna. Poi ci restituiranno i plichi non recapitati. Tutto sarà monitorato e verbalizzato tempestivamente.

L’Ambasciatore Mignano interviene per precisare e tranquillizzare.

– E’ bene che gli elettori sappiano che c’è una garanzia fondamentale – afferma per poi sottolineare:

– Le schede non sono isolate dalla certificazione anagrafica. Nella busta sarà inserita la scheda elettorale come tale e il talloncino che contiene il codice dell’elettore. Non si possono creare schede sganciate dal codice elettorale perché non sarebbero comunque accettate. Lavoro perso, quindi, per eventuali falsari. Non si può pensare a un numero di schede superiore a quello degli elettori.

– Con quali compagnie avete parlato?

Il Console Mora, risponde con prudenza e molta diplomazia.

– Ci sono state riunioni quotidiane con alcune società – ci dice evitando entrare nei dettagli -. Abbiamo preteso garanzie adeguate. Ad esempio, che i plichi siano consegnati al mittente e non al portinaio, alla signora delle pulizie, al vicino o all’amico. Ci saranno tre tentativi di consegna. Se al primo la persona non è rintracciata, ne farà seguito un altro e un altro ancora. Qualora ogni tentativo risultasse inutile, il plico sarà restituito al Consolato. Il termine di legge entro il quale deve essere riconsegnato è il 14 febbraio. Le persone che non lo avranno ricevuto potranno chiedere il duplicato dal 18 febbraio. Staremo molto attenti a predisporre tutto affinché gli aventi diritto al voto, senza eccezione, possano esercitarlo. Ci saranno aperture straordinarie dei nostri uffici. Vogliamo andare oltre l’asticella postaci dal ministero, noi apriremo oltre il fine settimana del 24 e 25 febbraio che è obbligatorio, anche il fine settimana precedente, quello del 17 e 18.

Il Console Mora ritiene molto opportuno il precedente intervento chiarificatore dell’Ambasciatore Mignano e sottolinea, “il certificato elettorale contiene il numero di iscrizione elettorale; quindi, l’elemento determinante per l’esercizio del voto”.

– Il plico– spiega – contiene una o due schede elettorali, a secondo se l’elettore vota solo per la Camera dei Deputati o anche per il Senato; una busta senza alcun elemento che la caratterizzi, dove si dovranno inserire le schede votate; una busta pre-affrancata nella quale introdurre il tagliando del certificato elettorale e quella in cui ha già inserito le schede e, per concludere, il foglio illustrativo molto semplice con le istruzioni per il voto. L’elettore – prosegue – dovrà barrare il simbolo della lista di sua preferenza. Avrà inoltre la possibilità di esprimere fino a due candidature. Assai importante, e lo vorremmo ricalcare – aggiunge ancora –, è la restituzione al Consolato della busta pre-affrancata contenente il voto. Questa dovrà pervenire alla sede del Consolato entro il primo marzo alle ore 16. E’ tassativo, se si vuole partecipare.

 

La custodia delle schede

In passato, alcune intercettazioni telefoniche al faccendiere Aldo Miccichè, misero in luce una inquietante realtà: un numero impreciso di schede sarebbe stato prelevato dal Consolato e dato in pasto alle fiamme; schede che si presume avrebbero favorito la rielezione dell’on. Bafile. Ancora si indaga. Si ha la certezza che la giustizia, anche se lenta, alla fine arriverà alla verità. Intanto, però, sorgono dubbi e timori. Ed è per questo che chiediamo:

– Dove saranno custodite le buste con le schede votate? Che garanzia avrà l’elettore che non saranno fatte scomparire?

Il Console Mora assicura che vi è la massima attenzione sulla sicurezza delle schede votate
Il Console Mora assicura che vi è la massima attenzione sulla sicurezza delle schede votate

Sempre assai prudente, il Console Mora assicura che vi è la massima attenzione sulla sicurezza delle schede votate.

– Stiamo individuando la soluzione che possa offrire le maggiori garanzie. Confidiamo che l’area “riservata” del Consolato possa essere sufficientemente sicura. Ci sarà una presenza molto più consistente dei militari dell’Arma.

Assicura, quindi, che si sta “lavorando di buona lena per allineare gli elenchi degli elettori”, quello in possesso del ministero dell’Interno e quello del Consolato.

– I candidati a uno scanno alla Camera o al Senato dovranno rinunciare agli incarichi istituzionali che svolgono attualmente?

– No – ci dice il Console -. Non mi risulta che ci sia una disposizione in tal senso.

A quanto pare, e l’Ambasciatore Mignano lo conferma ricordando alcuni precedenti, i candidati non sono obbligati a dimettersi dagli incarichi istituzionali che svolgono. Resta aperto comunque il problema di etica e morale. Se è vero che il presidente o membro di una associazione risponde alla sua Giunta Direttiva e ai soci e probabilmente sia sufficiente per lui chiedere un “permesso” temporale, lo è anche che il membro del Comites o del Cgie deve risponderne all’intera Comunità. La sua candidatura coinvolge una istituzione di rappresentanza ufficiale della collettività per cui sarebbe bene che si dimettesse dall’incarico. Non vi saranno disposizioni in tal senso; ma, a nostro avviso, è un obbligo morale che il candidato dovrebbe sentire. Insomma, una questione di etica personale. A tale proposito, l’Ambasciatore precisa:

– L’indicazione che ci è pervenuta dal Ministero degli Affari Esteri e che è stata opportunamente trasmessa, accompagnata da una mia lettera personale ai membri del Comites e del Cgie, è il divieto assoluto di utilizzare la sede del Comites e del Cgie, le strutture del Comites e del Cgie, i loghi e le funzioni ufficiali del Comites e del Cgie per la campagna elettorale. Quindi, qualora un candidato del Comites e del Cgie intenda fare campagna elettorale, potrà farlo unicamente a titolo personale.

 

Esigenze di personale

Un dispendio enorme di energie. La preparazione di un processo elettorale richiede tempo e, soprattutto, personale; personale che il nostro Consolato non ha. Chiediamo:

– Come conciliare le esigenze della “Task-force” con quella degli uffici oberati di lavoro?

Il Console Mora sottolinea immediatamente il senso di responsabilità e di disponibilità dei funzionari del nostro Consolato obbligati in questi giorni a ritmi e orari stressanti. Poi rileva:

Il voto, una conquista per gli italiani all'estero ma anche una grossa responsabilità
Il voto, una conquista per gli italiani all’estero ma anche una grossa responsabilità

– La gestione delle operazioni per le elezioni politiche avviene in contemporanea con l’adozione di una serie di novità volte a migliorare i servizi che presta il Consolato. I risultati già cominciano a vedersi. Siamo riusciti a smaltire gli arretrati e, ormai da un mese circa, stiamo consegnando i passaporti a vista. Ovvero, il cittadino che si reca in Consolato per il rinnovo del passaporto, ne esce con il documento in mano. Non deve tornare per ritirarlo.

Resta purtroppo la nota dolente degli appuntamenti e degli abusi dei gestori. Ma di questo parleremo in altra occasione.

Per concludere, l’Ambasciatore rileva l’importanza civile del voto.

Ambasciatore Mignano: “Il voto è un dovere civile”

– E’ una conquista della comunità italiana all’estero – ci dice -. Ha lottato a lungo e l’ha ottenuta nel 2001. Sia per gli italiani in Italia, sia per quelli residenti all’estero è, ora, un diritto. Ma più ancora che un diritto, è un dovere civile. Come tale deve essere esercitato, con rigore, serietà e consapevolezza dell’importanza dell’atto che si compie. E’ l’atto più alto per un cittadino. La sua decisione può incidere sulla propria vita in futuro. Per questo, deve essere consapevole e protagonista. Padrone della politica e non suo suddito. Inoltre, deve essere cosciente che il voto è segreto e personale. All’estero questa responsabilità è ancor più forte, per motivi che non dipendono né dall’Ambasciata né dal Consolato ma da una Legge di Stato che tutti noi dobbiamo rispettare.

Mauro Bafile