Un tranello dal quale l’Opposizione difficilmente uscirà illesa

Abbandonare il dialogo, non firmare un accordo che non offriva le garanzie indispensabili per assicurare elezioni “presidenziali” trasparenti, restituisce credibilità al Tavolo dell’Unità Democratica. Ma pone l’opposizione di fronte ad un crocevia: disertare anche queste elezioni o, al contrario, parteciparvi nonostante tutto
Abbandonare il dialogo, non firmare un accordo che non offriva le garanzie indispensabili per assicurare elezioni “presidenziali” trasparenti, restituisce credibilità al Tavolo dell’Unità Democratica. Ma pone l’opposizione di fronte ad un crocevia: disertare anche queste elezioni o, al contrario, parteciparvi nonostante tutto

Un tranello. Un trabocchetto dal quale, qualunque sia la sua decisione, l’Opposizione difficilmente uscirà indenne. Il Governo, una volta ancora, ha messo il Tavolo dell’Unità Democratica in difficoltà. Alle corde. E lo ha obbligato non solo a difendersi dai suoi attacchi ma, soprattutto, da quelli provenienti dalle file stesse dell’Opposizione.

Di nuovo al punto di partenza. Abbandonare il dialogo, non firmare un accordo che non offriva le garanzie indispensabili per assicurare elezioni “presidenziali” trasparenti, restituisce credibilità al Tavolo dell’Unità Democratica. Ma pone l’opposizione di fronte ad un crocevia: disertare anche queste elezioni o, al contrario, parteciparvi nonostante tutto. E cioè, pur avendo contestato la parzialità dell’arbitro e denunciato la carenza di garanzie.

L’elettore attende la prossima mossa dei leader dell’Opposizione. Il Governo, in un modo o nell’altro, si è intanto assicurato che il Tavolo dell’Unità Democratica non possa partecipare con il proprio simbolo alle prossime “presidenziali”. Neanche potranno farlo altri partiti della coalizione. E poi ne ha anticipato la data. L’ha fatto, a detta degli esperti, per due ragioni. La prima: evitare che l’Opposizione potesse realizzare le primarie e stringere file attorno ad un unico candidato. La seconda: perché non vuole affrontare la campagna elettorale a dicembre. I pronostici sono da “terapia intensiva”.

Nei prossimi mesi la crisi economica è destinata a peggiorare, se non si avrà il coraggio di approvare provvedimenti impopolari. Ora il governo ha ancora fondi da elargire alla popolazione,per dare una certa sensazione di benessere ai suoi elettori. Tra qualche mese è probabile – gli esperi in materia ne hanno la certezza – che non avrà valuta pregiata. Non potrà, quindi, né pagare il debito estero,né fronteggiare il costo dell’importazione di prodotti da vendere a “prezzo politico”.

A dicembre, quindi, il governo, soffocato da una realtà che non potrebbe più negare, sarebbe obbligato a prendere decisioni dolorose. E’ questo, almeno, quanto pronosticano gli esperti.

 Contraddizioni e Opposizione

Nelle ultime settimane, la popolarità del presidente della Repubblica, Nicolás Maduro, ha recuperato qualche punto percentuale
Nelle ultime settimane, la popolarità del presidente della Repubblica, Nicolás Maduro, ha recuperato qualche punto percentuale

Affidabilità e coerenza. L’elettorato di destra e di sinistra, se diamo credito alle agenzie demoscopiche, coincide nel segnalare la necessità di un cambio di governo. Nelle ultime settimane, la popolarità del presidente della Repubblica, Nicolás Maduro, ha recuperato qualche punto percentuale. L’ha fatto grazie al denaro elargito a destra e a manca, attraverso i “bonus” speciali. Ad esempio, quello di Carnevale, solo per nominarne uno tra i più recenti. Anche così, comunque, la popolarità del capo dello Stato non è mai stata così bassa. Ma l’Opposizione non pare in grado di approfittarne.

I contrasti, le gelosie, le incomprensioni, che la dividono, giocano a favore del Governo. Il Tavolo dell’Unità Democratica, e più in generale tutta l’Opposizione, è a un bivio: partecipare alle elezioni o ritirarsi sull’Aventino. Qualunque decisione prenda, comunque,dovrà pagare un prezzo politico molto alto.

Il buon senso, in apparenza e solo in apparenza, consiglierebbe di tirare i remi in barca. Dopotutto, il Tavolo dell’Unità Democratica non ha raggiunto nessuna intesa col Governo, dopo settimane di conversazioni in Repubblica Dominicana. Non ha firmato l’accordo perché in esso non erano contemplate in maniera esplicita garanzie per elezioni presidenziali democratiche e libere. Elezioni, inoltre, realizzate da un nuovo arbitro che assicurasse imparzialità e trasparenza. Mediatori del Tavolo dell’Unità Democratica, e i leader dei partiti della coalizione, hanno ripetuto fino alla noia che quello non era un punto negoziabile. Ora qualunque altra decisione potrebbe essere interpretata come una mancanza di coerenza. L’elettorato potrebbe chiedersi: perché partecipare alla corsa verso Miraflores segià si sa che l’arbitro è diparte e che non esistono garanzie di trasparenza?

Un candidato senza scheletri nell’armadio

L’elettorato vuole un candidato senza scheletri nell’armadio.E potrebbe non gradire uno espressione del mondo politico
L’elettorato vuole un candidato senza scheletri nell’armadio.E potrebbe non gradire uno espressione del mondo politico

Il panorama politico, che per l’Opposizione non offre oggi nulla di buono, è sempre soggetto a mutamenti radicali. Ad esempio, sarebbe molto diverso sei partiti della coalizione riuscissero a trovare un accordo sul candidato; ma non un candidato qualsiasi. L’elettorato ne vuole uno senza scheletri nell’armadio.E potrebbe non gradire che fosse espressione del mondo politico. E’ questa forse la chiave di lettura dell’insistenza con cui si fa il nome di Lorenzo Mendoza, giovane imprenditore di successo.

Oggi, l’Opposizione avrebbe bisogno di un candidato capace non solo di riuscire a scuotere l’elettorato apatico, deluso e frustrato ma di avere anche la forza e l’autorità per unificare i partiti. Ma non è tutto, dovrebbe essere un candidato in grado di riscuotere fiduciaanche all’interno della dissidenza “chavista”. Un professionista? Perché no. Ancor meglio se espressione del mondo intellettuale, accademico e, più in generale, della cultura. Un uomoo una donna, dalle indiscutibili capacità;con le qualità indispensabili per coordinare un governo nel quale possano convivere rappresentanti del Tavolo dell’Unità Democratica, del “chavismo dissidente” e del mondo accademico. Un amalgama di personalità con autorità per prendere le decisioni difficili che richiede il Paese, per assumere le proprie responsabilità e per spiegare ai cittadini perché, come sempre, si esige loro il maggior sacrificio.

La ripresa economica, anche se richiede sacrifici, è possibile in breve tempo. E’ sufficiente seminare fiducia. Il riscatto etico e morale del Paese è tutt’altra cosa. Richiede anni, generazioni intere, e l’esempio viene dall’alto. Senza governi credibili, onesti e capaci sarà impossibile.

Mauro Bafile