Alberto Filippi: un candidato che ci fa onore

Alberto Filippi

 

di Mariza Bafile

Si è sempre considerato cittadino del mondo Alberto Filippi, e così è perché la cultura, la vera cultura, non conosce frontiere. E lui che è un raffinato intellettuale, storico, filosofo, giurista ha dedicato tutta la sua vita a diffondere cultura e a trasformare il sapere in un ponte capace di unire i tre paesi più importanti della sua vita, l’Italia, sua terra di origine, il Venezuela che accolse con generosità la sua famiglia quando, dopo la seconda guerra mondiale, decise di lasciare Padova per cercare a Barquisimeto un futuro migliore, e l’Argentina in cui ha incontrato l’amore e si è radicato.

Oggi Filippi è candidato al Senato nella circoscrizione dell’America Meridionale. Lo presenta il partito Liberi e Uguali presieduto da Pietro Grasso, attuale presidente del Senato.

Dopo le tristi performance di personaggi come Razzi, Caselli ed altri che, votati o meno, hanno fatto un forte danno alla credibilità delle nostre comunità, è davvero un sollievo vedere tra i nostri candidati una personalità come Alberto Filippi.

Studente durante l’epoca buia della dittatura di Pérez Jiménez, Filippi scoprì in quegli anni l’impegno politico e sociale. Prese parte attivamente alla lotta della resistenza e nel 1958, insieme ai genitori e ad un gruppo di amici fondò la “Asociación de la Fraternidad Ítalo-Venezolana”, al fine di ristabilire i diritti civili, sociali e culturali degli emigrati italiani, in accordo con le autorità della transizione democratica venezuelana, costituendo un esempio della positiva convivenza e del consolidamento dei diritti delle comunità italiane, iniziando dallo ius soli.

Ha proseguito i suoi studi in Giurisprudenza nella riconosciuta casa di studio “La Universidad Central de Venezuela” e poi in Filosofia presso “la Sapienza” di Roma laureandosi summa cum laude.

Da quel momento in poi ha iniziato una lunga, prolifica carriera professionale durante la quale si è distinto sempre per serietà, profondità, etica e impegno sociale e politico.

Nel 1965, con l’appoggio di Alberto Moravia, Bertrand Russell, Jean Paul Sartre ed altre personalità italiane ed europee, ha coordinato la Conferenza Internazionale per l’amnistia dei detenuti politici e per le libertà democratiche in Venezuela, tappa fondamentale per la futura costituzione del Tribunale Internazionale Russell II, istituito da Basso (tra il 1974 ed il 1976), che oltre a rappresentare la prima denuncia internazionale delle dittature in Brasile, Cile, Uruguay ed Argentina, ha favorito l’inserimento in varie province italiane di centinaia di esuli sudamericani.

L’interesse costante di Filippi per i rapporti culturali ed istituzionali tra l’Italia e l’America Latina è proseguito all’interno dell’Università di Camerino, nella regione Marche, nella quale ha insegnato a lungo come professore di ruolo. Docente di “Storia delle Istituzioni delle Americhe ed Istituzioni Politiche Comparate” ha anche diretto l’Istituto di Studi Storici, Giuridici, Filosofici e Politici e nel 1999 ha fondato e diretto, fino al 2005, il Dipartimento di Scienze Giuridiche e Politiche, contribuendo a far sì che l’Ateneo diventasse uno dei principali centri di formazione ed interscambio tra l’Italia e l’America Latina.

Filippi, da molti anni, è impegnato nella diffusione della cultura giuridica, filosofica e politica italiana e specialmente dell’eredità intellettuale di: Piero Gobetti, Rodolfo Mondolfo, Antonio Gramsci, Lelio Basso, Norberto Bobbio e Luigi Ferrajoli, autori che ha fatto conoscere in Sudamerica nei suoi corsi universitari, conferenze e numerosi saggi e articoli.

In Argentina, paese in cui si è recato per vivere accanto alla sua compagna di vita, ha continuato il suo lavoro di docente, filosofo, studioso di Bobbio, giurista.

Ad agosto 2008 il Consiglio Comunale della Città di Buenos Aires lo ha dichiarato “Huésped de Honor”, come riconoscimento per i duraturi rapporti che aveva stabilito e mantenuto tra l’Italia e l’America Latina, così come per i suoi meriti nella rivendicazione della priorità strategica che rappresenta il dialogo tra le comunità latinoamericane e le italiane, come sintesi delle esperienze storiche dell’immigrazione e dell’integrazione.

Basterebbe molto meno per essere felici della sua candidatura ma non è tutto.

Filippi è senza dubbio uno studioso riconosciuto internazionalmente, come dimostrano le manifestazioni di sostegno che arrivano da intellettuali come il giurista Ferrajoli, il giornalista Livio Zanotti, il coordinatore del Laboratorio di Politiche Pubbliche dell’Università di Rio de Janeiro, Emir Sader e di Giuseppe Tosi, docente del Departamento de Filosofía y Núcleo de Ciudadanía y Derechos Humanos dell’Università Federal de Paraíba, Brasile, solo per citarne alcuni. Ma è anche e soprattutto una persona onesta, profondamente onesta e sincera. Non è il politicante che promette fumo ed è disposto a vendere l’anima al diavolo in cambio di uno scanno, tutt’altro.

Filippi, eterno giovane per quanto riguarda entusiasmo e capacità di lotta per un mondo diverso, inclusivo, giusto, un mondo nel quale i diritti umani siano rispettati davvero, porterà avanti con grande serietà le problematiche delle nostre collettività. In primis quella della nostra comunità che sta vivendo uno dei momenti più difficili e dolorosi della sua storia.

Conosce molto bene la situazione politica del Venezuela, la conosce e la soffre in prima persona per i profondi legami che ha con il nostro paese, per cui garantisce un’attenzione particolare alle tematiche che ci interessano.

Pensare ad un nostro candidato al Senato della caratura morale e della preparazione di Alberto Filippi ci fa onore, il fatto poi che sia un italo-venezuelano, ci riempie di immenso orgoglio.