Sinistra rilancia la patrimoniale “equa “e litiga su M5s

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Il Presidente del Senato Pietro Grasso e il Presidente della Camera Laura Boldrini

ROMA. – La definizione ufficiale è “imposta d’equità”, nei fatti si può chiamare “patrimoniale”, come dice lo stesso Pier luigi Bersani: Liberi e uguali presenta il programma economico e tra le priorità piazza una riforma delle varie imposte sul patrimonio proponendo di unificarle sotto un’unico cappello, che abbia nella progressività la garanzia della lotta alle diseguaglianze.

Pietro Grasso, Bersani, Cecilia Guerra e Giulio Marcon siedono uno a fianco all’altro nella sede di LeU a Roma e, slide alla mano, snocciolano simulazioni e dati per un progetto che punta a essere l’antitesi di quello di centrodestra che fa perno sulla flat tax. Poco prima di essere alle prese con le tabelle, però, dentro la sinistra si consuma il bis, seppure in tono minore, della lite Grasso-Boldrini sul rapporto post-voto con il Movimento 5 Stelle. Divergenza che poi i due, in serata, negano con una nota congiunta.

Il presidente del Senato ribadisce una linea attendista senza escludere a priori un governo con i pentastellati: dopo le elezioni le uniche pregiudiziali riguardano la destra, spiega, mentre qualora le proposte 5S corrispondessero “a quelli che sono i nostri valori e i nostri principi” si potrebbe aprire un dialogo. Decisamente più assertiva e distante appare invece la presidente della Camera, e candidata per LeU, Laura Boldrini che commentando la vicenda dei mancati rimborsi scarica la responsabilità sul leader 5S:

“A Di Maio – osserva – hanno ritirato la patente dell’onestà”, osserva sostenendo che l’incapacità di tenere sotto controllo “la contabilità dei suoi parlamentari” fa sospettare che sarebbe incapace anche di tenere “sotto controllo il bilancio dello Stato”.

Il nemico dichiarato che tutti in casa LeU sono pronti a mettere nel mirino resta Silvio Berlusconi, e i suoi alleati Salvini e Meloni: hanno portato l’Italia a un passo dal default ma nonostante ciò continuano a lanciare “sparate” anziché proposte concrete e tra l’altro parlano alla parte più ricca.

Liberi e uguali insiste nel voler invece guardare alle fasce di reddito medio-basse: anche l’idea di cancellare l’Imu e il bollo (insieme ad altre tre-quattro imposte patrimoniali) e mettere in campo un’imposta unica andrebbe – assicurano – in questa direzione escludendo “metà dei contribuenti” più deboli dal pagamento, così come proprio i meno abbienti sarebbero favoriti da un taglio dell’Irpef da 20 miliardi di euro.

Assicurate le coperture, con 30 miliardi all’anno, e dunque strutturali, che arriverebbero dalla lotta all’evasione. Fisco (con una ricetta che garantisce il pareggio di bilancio) ma anche politiche industriali, riqualificazione della spesa e un grande progetto di manutenzione del territorio sono tra gli altri capisaldi firmati LeU.

(di Chiara Scalise/ANSA)

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