Fiamme in palazzo a Milano, morto 13enne intossicato

MILANO. – Haitam non ce l’ha fatta. Dopo una notte a lottare tra la vita e la morte il suo cuore ha ceduto per i danni inferti dalla gravissima intossicazione causata dal fumo inalato ieri, durante l’incendio divampato nel palazzo di Milano in via Cogne dove viveva e dove era rimasto intrappolato.

Il ragazzo, di 13 anni, figlio di una coppia di marocchini, era rimasto bloccato in casa, all’undicesimo piano, sopra all’appartamento dove sono divampate le fiamme, al decimo, e si era inutilmente rifugiato in una vasca da bagno. Recuperato dai vigili del fuoco e dai carabinieri e portato a braccia giù per le scale, era apparso subito gravissimo, in arresto cardiaco.

I medici sono riusciti a rianimarlo durante il trasporto e una volta all’ospedale è stato portato in rianimazione e attaccato alla macchina cuore-polmoni, la cosiddetta ‘Ecmo’. Ma stamani, hanno detto i medici, il suo cuore non ha retto. Intanto si è saputo che per l’incendio, che ha causato anche l’evacuazione di 42 persone, di cui 27 controllate sul posto dai paramedici e risultate in buone condizioni mentre altre 15 sono state accompagnate in vari ospedali della città (tre delle quali con sintomi più seri ma non in pericolo di vita), è stato aperto un fascicolo in Procura.

Il pm di Milano Ilaria Perinu ipotizza infatti i reati di incendio colposo e omicidio colposo. Gli inquirenti, da quanto si è saputo, attendono di ricevere la comunicazione di nomi e dati di coloro che vivevano nell’appartamento al decimo piano da cui sarebbe scaturito l’incendio.

Le iscrizioni nel registro degli indagati, in questo caso, sono anche un atto dovuto a garanzia per compiere tutti gli accertamenti tecnici nell’ambito delle indagini condotte dai vigili del fuoco. Al momento, ad ogni modo, l’ipotesi più concreta è che si sia verificato un guasto alla caldaia dell’appartamento al decimo piano. Il pm ha disposto anche il sequestro del decimo e dell’undicesimo piano del palazzo, e l’autopsia sul corpo della vittima.

Il ragazzo, ieri, non era andato a scuola anche perché stava cambiando istituto per una serie di problemi personali. Nel piccolo appartamento, un monolocale, viveva con la madre e le sorelle di 10 e 18 anni, tutte fuori casa all’ora dell’incendio. Il padre ha lasciato la casa da un paio d’anni.

“Vedo solo fumo, aiuto! Ho paura”, le ultime parole pronunciate dal tredicenne al telefono con la madre, prima che si interrompesse la linea. Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, questa mattina è stato in via Cogne e ha incontrato alcuni condomini che hanno dovuto abbandonare l’edificio e ai quali il Comune ha trovato una soluzione abitativa temporanea.

Poi è andato all’ospedale Sacco “per manifestare la vicinanza mia e di tutta la città ai genitori e alle sorelle di Haitam – ha scritto Sala sulla sua pagina Facebook -, che purtroppo non ce l’ha fatta, nonostante il grande impegno del personale medico. Ho garantito alla famiglia, cui rinnovo il mio personale cordoglio, il massimo sostegno possibile”.

(di Fabrizio Cassinelli)/ANSA)

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